Sembra passato poco tempo dal mio articolo in cui presentavo la seconda stagione di Bates Motel, che stava per debuttare su A&E all’inizio di marzo.
E invece eccoci qui, con i dieci episodi già tutti trasmessi e la nostalgia in agguato mentre scrivo. Sì perché questa seconda stagione è stata a mio parere una delle più grandi rivelazioni di quest’anno.
Se è vero che la prima stagione si lasciava guardare piacevolmente e suscitava la giusta curiosità, la seconda non solo ha saputo confermare questo trend, ma lo ha magistralmente elevato all’ennesima potenza.
Nessuna forzatura, tanti colpi di scena, tensione sempre crescente e un finale perfettamente logico e girato in modo impeccabile: ecco come una piccola serie ha saputo diventare davvero grande.
Vi avevo parlato della bravura di Vera Farmiga, che sembrava reggere sulle sue spalle l’intero show: mimica disarmante, bellezza che colpisce e una grinta da lasciare attonito chiunque. Il suo personaggio ci ha forse regalato meno momenti di “pazzia” rispetto alla prima stagione, ma ha saputo sempre mantenere quell’equilibrio tra dolcezza e sregolatezza che la contraddistingueva. Insomma, Norma è un personaggio bellissimo, uno dei più belli che siano stati scritti di recente e credo che questa stagione ne abbia dato la prova. Madre premurosa e apprensiva, ma anche donna determinata e un po’ ingenua. Quante volte mi sono trovata davanti allo schermo a pregare invano che non si cacciasse nei guai e a sperare che non riponesse la sua fiducia nelle persone sbagliate. Perché Norma è fatta così, non sai mai cosa puoi aspettarti da lei, è un vortice di energia impossibile da arrestare.
La seconda stagione però mi ha saputo colpire anche per quello che ha dimostrato Freddie Highmore nei panni di un sempre più inquietante Norman Bates. Che possedesse grandi doti attoriali non era certo un mistero, ma mai come in questi episodi mi ha così tanto sorpresa. La bravura con cui ha saputo affrontare certe scene e il modo in cui ha dato vita all’evoluzione psicologica di Norman mi ha davvero lasciata senza parole. Le scene tra Norma e Norman non a caso sono costruite e recitate alla perfezione. Vedere questi due personaggi e questi due attori condividere la scena e interagire produce una carica emozionale fortissima.
Ma accanto alla vicenda principale, il salto dalla prima alla seconda stagione è racchiuso anche in questo: la capacità di rendere interessanti anche le vicende di contorno, che non sono mai risultate inutili o ridondanti, e nemmeno meno interessanti. Se poi pensiamo che tutti i tasselli in qualche modo abbiano condotto verso una deriva comune, allora possiamo solo fermarci e riconoscere il grande merito degli autori, capaci di creare vicende insospettabilmente interconnesse nel modo più credibile e naturale possibile.
Un’ultima menzione merita l’episodio finale: chi segue la serie sa che la bellezza di Bates Motel è racchiusa anche nel precario equilibrio che tiene insieme i membri di questa famiglia. Ebbene, l’ultimo episodio ha saputo emozionare molto proprio per questo, con due scene in particolare talmente belle e piene di sentimento che era quasi impossibile non lasciar scendere qualche lacrimuccia. Il chiarimento tra Dylan e Norma, così come il faccia a faccia nel bosco tra Norma e Norman, sono scene toccanti, vere e contengono delle dichiarazioni d’amore e d’affetto semplicemente meravigliose.
L’ultima scena, con l’espressione di Norman e la macchina da presa che si concentra sul suo volto è la definitiva consacrazione di una stagione che non ha sbagliato mai un colpo e che è stata un costante crescendo che mi ha fatto innamorare di ogni sfumatura e di ogni dettaglio di questo piccolo gioiellino così sorprendente.
Potrà forse suonare un po’ inquietante viste le circostanze, ma penso di poter dire di sentirmi ormai un po’ parte di questa famiglia così complicata e strana e pensare che farà il suo ritorno per una terza stagione solo il prossimo marzo mi lascia con un po’ di tristezza e di nostalgia.
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Articolo scritto e redatto da Elisa Saronni | Tutti i diritti sono a lei riservati