Siamo a Milano, siamo alla fashion week che si è conclusa. Segni particolari: romantiche rappresentazioni sottomarine su materiali preziosi come raso di seta e chiffon, borse a tracolla decorate, colori delicati che vanno dal rosa al lilla, tocchi di menta, giallo.
Siamo special guest alla sfilata di Piccione.Piccione per la Spring Summer 2017. Non siamo in anticipo ma arriviamo semplicemente per primi.
Dietro il brand si cela il designer siciliano Salvatore Piccione, laurea in Fashion Design ed ex progettista di stampe a Londra per Mary Katrantzou, curriculum dal quale si evince la sua abilità con stampe e ricami.
La collezione si ispira all’emersione, raccontando la prospettiva di chi, immerso nell’acqua, percepisce ciò che sta in superficie in maniera sfocata, distorta, senza alcun filtro, e decide di riemergere.
Riemergere non è sempre così facile, spesso si sta bene in fondo, come ad osservare da una prospettiva da dove mettersi in gioco può rappresentare un’alternativa ma troppo complicata. La riemersione è difficile perché spesso ciò che si vede appena, quando lo si vede da vicino non mantiene le promesse, oppure? Oppure ci stupisce…in positivo!
A riemergere è una donna nuova ma più leggera, quasi un frutto pronto per essere raccolto ma proibito dal divino amore. Una donna che riemerge bambina e lascia sul fondo il peso di una vita che non le appartiene più.
Qui ci viene in mente un passo tratto dal libro di Jeffrey Eugenides, The Virgin Suicides: “Sapevamo, finalmente, che le ragazze erano in realtà donne vestite da bambine, che erano in grado di capire l’amore e perfino la morte e che il nostro compito era solamente quello di creare un rumore sufficiente ad affascinarle.”
Idealmente la lei di Piccione, nel rumore assordante riesce a trovare una via autonoma verso il mondo e non sceglie di rifiutarlo. La sua dimensione, in equilibrio tra innocenza e realtà, raggiunge una perfezione eterna, uno stato che non ha più bisogno di essere superato.
Da qui fantasie fiorate, colori tenui e pastellati e tessuti leggeri avvolgono il corpo di una sognatrice qualunque che al contempo è innamorata della sua realtà, che vede il mondo come un giardino sempre in fiore…e che raccoglie i frutti acerbi solo per strizzare gli occhi all’assaggio. La classicità del pizzo svolazzante appoggiato al corpo, nonché il vintage dei cappellini delle dive del cinema muto, sono rotti dalle frange che improvvise tagliano un abito rendendolo un trend indimenticabile.
A testimoniare tutto ciò, la dimensione cromatica della collezione, contrastata ma tonale, che richiama il lavoro del fotografo Tim Walker che è riuscito a rappresentare lo stupore infantile attraverso le immagini di un mondo meraviglioso ma illusorio, sensorialmente piacevole ma artificiale.
Le stampe digitali, da sempre chiave del brand, sono romantiche rappresentazioni sottomarine elaborate dal computer e che fissano su materiali preziosi quali lo chiffon o il raso di seta, il tema del cambiamento umano, dell’evoluzione, della crescita verso un mondo adulto.
Articolo scritto e redatto da TERESA ELEFANTE | Tutti i diritti sono riservati
Articolo scritto e redatto da Teresa Elefante | Tutti i diritti sono riservati