parole, parole, parole..

Parole, parole, parole. Quelle dette, e quelle scritte. Quelle che amo. Ovunque. Incluse t-shirt, accessori, capispalla. E perché no, pantaloni. Differenti. Per una #wordsaddict cosa c’è di strano in fondo? Dal gusto pop e chiassoso, romantiche fatte di applicazioni, inaspettate, nascoste. Logo. Le amo tutte in fondo, eccezzion fatta per le logo. Verso di loro nutro delle riserve.

Non è il caso di Moschino che invece di parole anche il beachwear: dopotutto la classe non è acqua. E se lo dice Moschino in una collezione bad/good girl che sforna nuove creazioni tra pezzi iconici d’archivio, chi siamo noi per contraddire?

Jeremy Scott cavalca l’onda del trend a colpi di maglie uomo e donna dai messaggi inequivocabili e dai colori chiassosi: eccentrica ed iconica questa collezione vestita puntualmente di parole. Decisamente pop. E con più di un pezzo interessante.

Altrettanto colorate ma meno eccentriche quelle firmate Sister by Subling: font basici, messaggi concisi e chiari, tutto per una maglieria assolutamente easy-to-wear e sicuramente desiderabile. Annotate.

Tutt’altra la filosofia di Alexander Wang che mette in passerella una collezione dal gusto architettonico, il tailoring è grafico, le linee pulite e i colori decisi ma assolutamente sofisticati nelle combinazioni. Sport e streetwear si fondono dando vita ad una Lolita downtown la cui essenza è un messaggio indossato con orgoglio. Per cominciare, a parole.

Con Undercover il linguaggio si fa ossessivo: enigmi, ossimori e anagrammi, palindormi, su t-shirt e sweatshirt. Luci munite. Le parole e il loro messaggio sono resi ancora più incisivi da una serie di leds che illuminano l’artificio linguistico.

E ancora Christopher Kane e dove si fanno romantiche, di ispirazione floreale. Colori decisi e raffinati, dettagli preziosi: tutto gira intorno a questa ispirazione botanica che incontra la tecnologia di una sperimentazione di materiali e lavorazioni da ricordare.

Consigli per l’uso? #addiction.