La Biblioteca della Moda, a Milano, è uno dei posti in città dove consiglierei un passaggio a chiunque. Anche a chi della parola Fashion non vuol proprio sentir parlare. E’ tra le pagine dei suoi volumi, nel prestigio di riviste e libri che risalgono fino al 1850,  che si respira la portata semantica del termine Moda e si capisce come sia parte integrante della Storia del Costume e dei fenomeni sociali.

Non c’era location migliore per ospitare la mostra “The denim sapiens – from rigid to future species –  organizzata da İSKO , leader mondiale per l’innovazione del denim e per la promozione della cultura nel suo settore.

Un percorso multisensoriale che ha voluto celebrare il jeans come lifestyle, prodotto in grado di percepire e interpretare i bisogni dei consumatori, e talvolta persino di precederli.

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Una panoramica davvero interessante per comprendere le tappe del percorso di scoperta  verso il jeans perfetto: comodo, bello e  per questo binomio “intelligente”, punto d’arrivo e terreno di continua conquista per i brand leader del comparto denim. Tra capi del passato e capsule d’avanguardia, la mostra  ha presentato alcune tappe del dibattito  e dei meccanismi di ricerca che hanno consentito di  approdare oggi a un jeans dal fit estremamente confortevole, che ambisce a modellare e valorizzare le forme di chi lo indossa, abbandona la rigidità di forme e strutture per cercare di combinare al meglio comfort, estetica ed elasticità.

Questo il denim intelligente  in grado di “vestire”  24 ore al giorno per 7 giorni a settimana la moderna società interconnessa, multitasking e in definizione continua.

Sperimentazioni, trend, prove, cambi di direzione e nuovi tentativi diventano necessari per approdare a nuove “illuminazioni” e a traguard difficili in un percorso così ambizioso.

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Davvero affascinante il percorso raccontato da İSKO™. Attraverso alcuni capi della collezione degli Archivi di Ricerca Mazzini, gentilmente resi disponibili per questo progetto, la mostra ha ripercorso alcuni degli step fondamentali. Ad aprire la rassegna un Ball rigido dall’evidente aspetto usato, esempio di sperimentazione per le tecniche di lavaggio al tempo pioneristiche, e un jeans Uniform, un “classico” cinque tasche ma elasticizzato, testimonianza di come, già alla fine degli anni 70,  si tentava di integrare la fibra elastica in uno stile “heritage”.

In seguito i “favolosi anni ’80”, rappresentati dal Gloria Vanderbilt for Murjani, il primo Designer Jeans nonché primo fit progettato appositamente per adattarsi al corpo della donna, nuova consumatrice e sempre più influente nella definizione di tendenze e prospettive stilistiche.

Tra i jeans esposti non poteva mancare il cinque tasche di Armani, jeans dalle forme femminili e il Closed firmato dagli stilisti Marithé e François Girbaud, con un taglio pensato per  la silhouette e con il look innovativo ottenuto con lo stonewash, la tecnica di lavaggio più all’avanguardia del periodo. Poi le prime creazioni stretch, grazie alle sperimentazioni con la fibra elastica LYCRA nel tessuto denim. Un percorso per nulla immediato e per questo davvero bello, fatto di tante tante tappe che per necessità di sintesi tralascio.

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Mi soffermo solo un attimo sullo stato dell’arte, sul “denim comfort” attuale e sul futuro tratteggiato nella parte espositiva “What’s next?” .Il Denim Sapiens, oggi, prende vita attraverso le nuove tecnologie brevettate İSKO™ e realizzate da Creative Room, l’anima più avanguardistica dell’azienda, alcune delle quali realizzate con LENZING, partner del progetto della mostra e proprietario dei  brand TENCE e MODAL.

İSKO PJ SOFT™,İSKO XMEN’S™ , İSKO REFORM™ , per citare qualche esempio, sono nuovissime tecnologie  con focus d’attenzione differenti, ma tutte orientate verso un jeans sempre più vicino al benessere e al piacere di chi lo indossa.

 

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Articolo scritto e redatto da Mara Stragapede | Tutti i diritti sono riservati