Suona la sveglia. Per quanto il risveglio possa essere dolce ed attenuato, incomincia un rush perpetuo.  Il traffico, il tragitto infinito, l’imprevisto. In ufficio, sembra anche peggio. Suona il telefono, ti cercano, ti vogliono, devi finire un lavoro, ma non c’è tempo. Sei in ritardo, ma si aggiungono cose. Compiti importanti ed urgenti. Ti chiamano, ti scrivono, ti vengono a cercare perché cerchi inesorabilmente di contrastare la valanga che ti insegue e si avvicina sempre di più minacciosa di travolgerti. Respiri e ti appigli ad un pensiero. Dura un attimo, giusto il tempo per prendere  fiato e riimmergerti nel caos. Ti cercano di nuovo, il telefono impazza. Riunioni che si susseguono senza sosta.

Salta la pausa pranzo. Ma, soprattutto, salta la corsa in pausa pranzo.

 

Tempo4

Sei smarrita, ti innervosisci perché la tua organizzazione non è stata rispettata, i tuoi tempi, i tuoi orari sono stati sbalzati via senza possibilità di ritrattare. Diventi quasi irritabile. Respiri e cerchi disperatamente un rimedio. Non è solo un dovere per rigore di tabella, tu Vuoi andare a correre e questo turbinio di eventi non ti appartiene. Il tempo non sta passando, ti avvolge e ti trasporta a suo piacimento. La sensazione non ti piace. Non avere il controllo del tempo ti inquieta, a maggior ragione, se non riesci a fare neanche quello che ti eri prefissata. Intorno a te il mondo continua ad impazzire. Ti isoli. Ti concentri. Riorganizzi. Ti appigli di nuovo ad un pensiero. Respiri e ti riimmergi nuovamente. Presentazioni, file, approvazioni, riunioni, telefonate. Firme, richieste, spiegazioni che scorrono senza un ordine e fagocitano il tempo.

Poi, come tutto si è generato, tutto si quieta.  A te la scelta. Mantenere fede al pensiero e ai buoni propositi o cedere, indugiare e lasciarsi sommergere dai detriti che i barbari hanno lasciato alle loro spalle.

Tempo2

La stanchezza psicofisica ti attanaglia, ma il tuo cuore e la tua mente sanno perfettamente che dopo la corsa….sarà tutta un’altra storia.

Decidi di dargli fiducia. “Cosa sarà mai. Si incomincia e si vede come va. Se non è giornata, al massimo, si torna indietro. “ Ma in fondo sai anche non succederà.

Tempo1

Cominci a correre e le gambe atrofizzate da tanta adrenalina concentrata, ma non sfruttata faticano ad adattarsi al ritmo. I muscoli riconoscono un lavoro differente e non gli sembra quasi vero. Dopo i primi chilometri, riesci a scrollarti di dosso tutta la stanchezza apparente, le tensioni e uno stato di benessere ti pervade e non ti accorgi neanche del passo che aumenta e i chilometri che scorrono. Il tempo assume tutto un altro sapore e un’altra dimensione. Passa, ma non vola. Si lascia vivere, ma non ti travolge. Ti senti inattaccabile perché questo tempo è tutto tuo e si diverte a lasciarsi modellare a seconda delle emozioni, degli sforzi di ogni singolo passo. Ci sei solo tu, le tue scarpe ed il tuo tempo. Il mondo è esterno , lo osservi, lo studi, ma è come se tu non ne facessi parte. Lui continua il suo turbinio inesorabile, tu hai il tuo antidoto. Corri. Corri e ti liberi. Corri e ti sembra di rinascere anche se il fiato si accorcia e le gambe cominciano a farsi sentire. Quando hai finito, sei quasi un’altra persona. Il ricordo della giornata è ormai lontano e la stanchezza non c’è più. Il corpo e la mente si sono ossigenati tornando a vivere. Ora potrebbe succedere qualsiasi altra cosa, ma non conterebbe, non avrebbe peso in confronto al valore del tempo investito nella corsa.

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Articolo scritto e redatto da FRANCESCA TOGNONI | Tutti i diritti sono riservati

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