Oggi vi racconto una storia d’amore. Vi svelo come è approdato in Italia il KAMUT® che è un marchio registrato (lo sapevate?). Ebbene sì, KAMUT® non è il nome generico di una varietà di grano ma un marchio registrato di Kamut Enterprises of Europe bvba e di Kamut International ltd, utilizzato per contraddistinguere e commercializzare una specifica ed antica varietà di grano e per garantirne determinate caratteristiche. Il rigore nel mantenerle immutate rende il KAMUT® un grano eccezionale  e necessariamente slegato dalle dinamiche di produzione industriale.

All’olimpo del KAMUT® si approda solo se il grano khorasan:

  • risulta essere la varietà antica di grano khorasan;
  • viene coltivato come i cereali biologici certificati;
  • ha un contenuto di proteine tra il 12 e il 18%;
  • è incontaminato da varietà di grano moderne al 99%;
  • è privo di segni di malattia al 98%;
  • contiene tra i 400 e i 1000 ppb di selenio;
  • non viene utilizzato in prodotti il cui nome può essere frainteso o risultare equivoco nel rispetto delle quantità percentuali;
  • non viene mescolato con grano moderno nella produzione di pasta.

Insomma… non si scherza mica!

Ma torniamo alla storia d’amore. La storia è quella di Paola e Roberto. Lui proprietario di un pastificio, lei esperta di erbe e amante del naturale. Tanto entusiasmo ad unirli e un coraggio da vendere. Così accolsero la sfida di portare il KAMUT®  in Italia. A proporlo fu il socio europeo di Bob Quinn, uno dei più attivi pionieri dell’agricoltura biologica e colui che con la sua famiglia, nel 1990, registrò il marchio. Questo dopo anni di completa dedizione verso l’agricoltura biologica. Bob aveva sperimentato la coltivazione di alcune quantità di semi di grano khorasan riscontrandone la straordinarietà rispetto ad altri tipi di grano moderno. Decise pertanto di registrare il termine “KAMUT”  come marchio e di adottarlo per contraddistinguere questo cereale, coltivato secondo il sistema dell’agricoltura biologica. Solo attraverso l’uso del marchio, infatti, i Quinn avrebbero potuto garantire ai consumatori la pura e antica varietà di grano khorasan, coltivata secondo il metodo dell’agricoltura biologica, mai ibridato né incrociato, e con elevati standard qualitativi. La storia di Quinn spiega anche la provenienza extraeuropea del KAMUT. Con mille incertezze, ma una forta convinzione,Paola e Roberto iniziarono ad utilizzare il KAMUT®  e a produrre pasta. Immaginate la tenacia di una donna che tuttoggi gestisce un’azienda importante e non smette di fare la pasta in prima persona, tutte le mattine, svegliandosi alle 5.30. La Romagnola che dirige, in provincia di Ferrara, è un pastificio con produzioni di rilievo, un’azienda che nulla ha perso dell’originalità con cui è stata concepita e la sua eccezionalità si respira in un attimo.  Sorge in un contesto verde davvero suggestivo, che ben fa da cornice a operai che lavorano con passione.  Il Pastificio ogni giorno produce fino a 500 kg di pasta e quella è solo una parte della produzione a base di KAMUT®. La  gamma di referenze proposte è vastissima e spazia dai cereali alternativi al grano, quali Kamut®, Farro, Orzo, Segale, Mais, Riso e specialità funzionali come la Canapa, il Baobab e l’Equiseto. Non mancano le specialità a basso contenuto di carboidrati per coloro che seguono diete particolari. Scoprire le virtù del KAMUT® è stato un vero piacere, ma vi confesso che provarlo in tante ricette  lo è stato ancora di più. Durante il blogger trip siamo siamo stati viziati dalla cucina di Paola che ci ha accolto nella splendida “Casa del Lago”, una bellissima struttura recettiva che aderisce all’ Associazione Strada dei Vini e dei Sapori, promossa dalla Provincia di Ferrara. Ci siamo deliziati con cous cous profumatissimo, ricciarelle al ragù di seitan, piada senza strutto condita con crescenza e fichi caramellati… E una torta per concludere che ancora me la sogno. Ora che avete l’acquolina non mi resta che ricordarvi alcune tra le mille virtù del KAMUT®: è altamente digeribile, possiede un’elevata capacità antiossidante, nel sangue e nel fegato e ha promettenti capacità prebiotiche. Insomma, va consumato con regolarità e non può proprio mancare nella dispensa di ogni casa.

foto 1

foto 2

foto

Articolo scritto e redatto da Mara Stragapede | Tutti i diritti sono riservati

 

A proposito dell'autore

Chi ha detto che stare dietro le quinte sia noioso? Redazione è un piccolo mondo di penne e menti attive che coordinano, insieme a Laura, la programmazione per theoldnow.it Instancabili e sempre ricchi di spunti noi di Redazione ci occupiamo di comunicati stampa, flash news, aggiornamenti e coordinamento degli autori! Vi sembra poco?

Post correlati