Come avete avuto modo di leggere nei precedenti articoli quest’anno abbiamo avuto un’occasione importante: affiancare EMC al forum annuale che si tiene ormai da sei anni a Las Vegas. EMC, società internazionale quotata in borsa e presente in Italia con 500 lavoratori è leader mondiale nelle tecnologie al servizio dell’innovazione e nella gestione dell’informazione.
In questo articolo voglio parlare brevemente di informazione e più in particolare di Information Generation e di Internet of Things, argomento tanto discusso nell’ambito dell’EMC World 2015, dando però un taglio di facile comprensione per i meno esperti del settore.
Innanzitutto immagino che tutti voi abbiate maturato l’idea che non viviamo più in tempi lineari. Quello che voglio dire è che il salto tecnologico che viene compiuto ad ogni singola scoperta non è linearmente distante dalla scoperta precedente. Se contiamo linearmente da 1 a 30, compiendo 30 passi arriveremo appunto a 30. Questo è quello che è successo fino agli anni ‘50.
Oggi viviamo in tempi esponenziali. Se compiamo 30 passi in maniera esponenziale ci ritroviamo ad un numero impronunciabile.
Prendiamo ad esempio alla TV: comparsa in Italia negli anni 50, era inizialmente un armadio a tubo catodico, monocanale e in bianco nero. È passata a colori ben 20 anni dopo. I primi televisori nel formato 16:9 sono iniziati a metà degli anni ’90 e gli schermi piatti (plasma o LCD) sono arrivati solo nell’anno 2000. Oggi siamo alla TV in 3D e al formato 4K in ambito domestico e sul grande formato.
Quello che sta accadendo oggi è sostanzialmente questo: ci muoviamo a ritmi esponenziali. Pensate ad esempio al cellulare che tutti noi abbiamo in tasca. Questo oggetto, oggi, nel 2015, è almeno un milione di volte più economico e un milione di volte più piccolo rispetto alla medesima tecnologia espressa per esempio solamente 40 anni fa. Una volta per inglobare la tecnologia contenuta in un singolo telefono cellulare di oggi avremmo avuto bisogno di un grattacielo mentre oggi ce l’abbiamo in tasca. Un ragazzino dell’Africa centrale con un telefonino possiede, oggi, strumenti di comunicazione migliori di quelli che aveva il Presidente degli Stati Uniti soltanto 25 anni fa. Se ci pensate è effettivamente impressionante.
Il prossimo passo che porterà a sconvolgere le nostre esistenze e che ci permetterà di vivere un’ulteriore rivoluzione di portata globale riguarda l’Internet delle cose ovvero il fatto che daremo ad ogni singolo oggetto che ci circonda la possibilità di interagire con noi, talvolta anche prevedendo le nostre esigenze grazie all’analisi predittiva in tempo reale.
Immaginiamo una vita futura fatta di oggetti che parlano tra di loro mettendo noi al centro. Ipotizziamo di entrare in una casa nella quale si accendono automaticamente le luci magari di un colore compatibile con il nostro umore. Ipotizziamo di alzarci dal letto e di avere qualche cosa che, analizzata la nostra agenda degli appuntamenti, ci suggerisca magari di prendere qualche integratore alla luce dei parametri biologici che nel frattempo ha avuto modo di leggere. Certo tutto questo può spaventare, ma è comunque la direzione verso la quale andremo.
Parteciperemo ad una rivoluzione talmente profonda che avrà conseguenze inimmaginabili in questo momento. Così come Facebook e i social hanno ridefinito e di fatto ricreato le reti sociali, l’Internet delle cose ridefinirà gli spazi e il modo di interagire con il mondo intero.
Certo ogni cosa ha un rovescio della medaglia. Se pensiamo al fuoco possiamo utilizzarlo per cucinare e allo stesso tempo per bruciare i nostri nemici. L’alfabeto può essere utilizzato per scrivere delle poesie ma può essere utilizzato anche per manifestare atti di odio oppure razzismo. In questo momento le previsioni stabiliscono che entro il 2020 avremo 50 miliardi di dispositivi collegati ad Internet che equivale ad una media di sei dispositivi per ogni singolo essere vivente sul pianeta. Cosa ci aspetterà?
Articolo scritto e redatto da lingegnere | Tutti i diritti sono riservati