Il rosa è femmina. E non lo si apprezza mai abbastanza, perché è da femmine. Ma l’errore di molte – e anche di molti- sta qui, nel credere che il rosa sminuisca il testosterone di lui, e il valore di lei. Perché è roba da femmine. Si. Ed è bellissimo.
Bellissimo che si parli della declinazione very 80s firmata Balmain con l’allure della collezione biker di Chanel fotografata daLindbergh, tra tailleur pied-de-poule, abiti in denim con catene, gonne dritte e asimmetriche, spacchi frontali, pantaloni baggy, bomber oversize, tute, stivaletti e maxi bracciali. Tra mini e midi lunghezze, nere-bianche-azzurre. E rosa, ovviamente. O che si parli della passerella Fausto Puglisi: il rosa è deciso, energico, chiassoso tra rosso-nero e stampe tropical. Bellissimo nelle sue mini lunghezze, sexy e carismatiche. Bellissimo nei tessuti impalpabili ma nei volumi decisi. Gonne ampie, mini e midi, abbinate a camicette leggere, mini dress, maxi skirt che si accompagnano a capispalla over – e un po’ biker-, bra dal gusto un po’ sado. E ancora peelle, pelle, pelle. E dettagli in pelle. Bellissimo in una femminilità che è tutta desiderabile.
Antonio Berardi, che firma una collezione assolutamente romantica, dove grinta e sensualità non sono pero dimenticate. Il rosa è il cuore della passerella, nei dettagli, negli inserti e nelle applicazioni, nell’invasione di interi capi. Da qui gonne dalle mini e maxi lunghezze, tessuti impalpabili che aprono profondi spacchi frontali, camicette dalle timide trasparenze, maniche strutturate per top, maglie e capispalla-over. Sovrapposizioni a contrasto e stampe animalier chiudono il cerchio di una passerella dalla carica seduttiva strepitosa. E quasi tutta in rosa.
E poi Burberry Prorsum che è – ogni volta, sempre e comunque- un sogno. Sempre perfetta, sempre femminile, sempre affascinante. Ogni passerella è un inno alla femminilità e alla seduzione discreta e raffinata, senza perdere carisma e carica energica. Sono di parte, ok , ma nulla di più perfetto potrebbe essere indossato. E la collezione “English Rose” per la prossima primavera-estate riconferma con decisione il mio credo. Christian Bailey, lui si, è un genio. Iconiche ormai le gonne pencil, appena sotto il ginocchio, vestite di trasparenze sempre raffinate. Il gioco vedo-non vedo non si ferma qui, e invade camicette dai tessuti impalpabili e leggeri. I capispalla sono over, le maglie si appoggiano dolcemente sul corpo, tra applicazioni e lavorazioni preziose. Broderie anglaise, cashmere, poplin di cotone, seta, in una palette cromatica che mi ricorda i macarons. Le silhouette esaltano la figura femminile, c’è garbo e gentilezza, in un risultato prezioso che non posso che osannare.
E ancora Christopher Raeburn, metropolitano e ultracontemporaneo, dove il rosa è una puntuale contaminazione. Cosi come a casa Alexander Wang: micro le lunghezze in una collezione che mi ha affascinata. Volumi importanti, tailoring grafico ad angolo acuto ed elementi maschili. Un po’ Lolita, ancora molto metropolitano, quasi irriverente. Anche in rosa. Sportmax che da qualche stagione amo senza riserve, è ancora una volta sofisticata e femminile, decisa e contemporanea, naturale ma ricercata. Le lunghezze sono per lo più al ginocchio e a metà polpaccio, fluide e destrutturate. Il rosa sfila da solo o contaminato da nero in capispalla dall’interno a contrasto, stampe pois e gonne bicolore.
Anche da Emporio Armani il rosa entra in scena: eleganza eterea, raffinatezza e gusto retrò sono le declinazioni di una collezione delicata e femminile, incantata.
E ancora Giles e Prada. John Galliano e il rosa dei suoi baseball cap tra capi basic sportivi influenzati da uno stile roller-skating chic.
Il rosa è femmina. Ed è bellissimo. Anche per chi, come me, il nero è un credo.
Non trovate?
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Articolo scritto e redatto da Barbara Ceriali | Tutti i diritti sono riservati