Cristiano Burani battezza sempre le sue sfilate e per la collezione femminile in occasione della prossima Spring/Summer il titolo è stato “Flemish Revolution”.

Qual è quindi l’idea che sottintende alle uscite in passerella? Lo stilista ha dichiarato che è l’incontro tra passato e moderno, un perfetto equilibrio tra ritrattistica fiamminga e l’urban style di una qualsiasi metropoli, come Los Angeles. Lo studio di Cristiano è stato sicuramente meditato, pedissequo e obiettivo perchè questa confluenza che emrge negli outfit non può essere esclusivo prodotto della Fortuna: lo stilista ha osservato, meditato i ritratti fiamminghi, l’austerità che li connota inserdondola poi nella vita quotidiana, in quello stile veloce che si può rintracciare al di là dell’Oceano.

Opere classiche, figlie di quel momento che nei secoli scorsi ha definito il canone artistico delle Fiandre, sono state smontate e osservate, digerite fino a rielaborare un’estetica meno leziosa e più contemporanea, meno perentoria e più urban. La nuova corrente artistica, questo Buranesimo pregnante, è vigorosa, energica, delicata e diafana; una sincronia di tempi e tessuti opposti, una sinfonia ben orchestrata da chi la Moda la conosce, ne ritrova sempre origini e disegna per Essa nuovi orizzonti.

La Triumph Bag è sicuramente l’accessorio che meglio incarna questa collezione, il genius loci che ha ispirato Burani: una borsa squadrata, rigida, ieratica con accessori metallici e maltinta, quasi che il colore si sia disincrostato e stia lìa testimoniare il passare inesorabile del tempo. Alla Triumph fa eco una tracolla, come si portava in Fiandra, con pieghe e macrozip.

Volumi esagerati si piegano ad esigenze moderne, l’attenzione alle spalle e alla vita è essenziale per ridefinire il concetto di Bello; materiali innovativi, maltrattati, malcolorati rivestono forme fluide e classicheggianti increspandosi nell’allure moderna e chic. Senza perdere di vista il passato, Burani elabora un nuovo concetto di gorgiera e adorna il collo della donna di colletti in crochet ricamato a mano, realizzati in poliuterano nella perfetta simbiosi tra tech e classico.

Cappotti over, con lunghe maniche realizzati in cashmere sono le nuove cappe; il denim è rigorosamente bianco come le stoffe fiamminghe più preziose ma dipinto con vivide pennellate di un colore non uniforme, sgretolato come l’intonaco di un anonimo palazzo contemporaneo. Velluto di poliammide increspato e arricciato diventa la tela su cui sono ordini esaltanti abiti monospalla; camicie di tulle plumetis sono animate da grandi volumi e si infilano in pantaloni a vita alta, dalle pieghe profonde nelle quali si manifesta questo nuovo concetto estetico.

La commistione tra ieri e oggi, tra tessuti preziosi e colori scrostati, tra forme lussuriose e rigore urban è la nuova corrente artistica, è l’estetica moderna del Bello che impr eziosisce i sogni moderni e apre una finestra serena sul futuro.

                                      Articolo scritto e redatto da Ciro Sabatino | Tutti i diritti sono riservati

 









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