Sono sempre entrato in contatto con le persone attraverso tre canali principali: gli occhi, la voce e le mani. Gli occhi riflettono l’animo di una persona, raramente l’impressione data dagli occhi si è rivelata, col tempo, sbagliata. La voce ne definisce il carattere, ne disegna i contorni ed inizia ad apportare alcuni colori all’immagine della persona che si sta creando. Le mani sono invece la propaggine del cuore, è attraverso le mani che fluiscono sentimenti e sensazioni, è con esse che riusciamo a stabilire una connessione più intima con gli altri

Non posso fregiarmi del titolo di amico di Marco, ma avendoci scambiato più di qualche battuta voglio trasmettere a chi non l’ha conosciuto un piccolo mosaico di ciò che mi ha lasciato, di come voglio ricordarlo. Marco aveva occhi svegli e curiosi, anche quando erano socchiusi per la stanchezza si riusciva sempre ad intravedere una scintilla di curiosità quasi fanciullesca, giocosa e divertita. Era la luce di una persona che non si era saziata di cercare, sempre all’inseguimento di nuove avventure con quell’entusiasmo che solo coloro che hanno trovato la pace sono capaci di provare

La sua voce era decisa, mai stentata, con un timbro squillante, di quelle che sei fin da subito portato a seguire. Era una voce certa di quello che diceva e che anche quando si scherzava suonava autorevole quanto divertente. Era una voce calda, riflesso di un carattere deciso, forse testardo, ma molto equilibrato. Era la voce di una persona capace di dire grandi cose facendole suonare come le più evidenti e di usare le parole giuste al momento giusto, con pochi peli sulla lingua

Infine le mani, che Marco usava come perfetto strumento comunicativo a supporto di ciò che la voce diceva e gli occhi confermavano. Mani in movimento e talvolta ferme, ma che erano sempre capaci di rendere chiaro il messaggio che veniva trasmesso

Ciao Marco, da ieri Milano è un po’ più grigia

IlFede

Energia e sorrisi. Scommetto che tutti quelli che ne scrivono e ne scriveranno lo ricorderanno così
Perché lui era questo. Non posso dire di conoscerlo di persona, non posso dire di averci lavorato insieme o di sapere cose di lui che nessuno sa.

Ma l’ho percepito, respirato nell’aria. Come quando sei in montagna d’inverno e respiri l’aria gelida, e lo senti il brivido che ti entra dentro, fino alla testa. Lui era così: c’era ma non lo vedevi. Capivi che era una fonte inesauribile di novità, di curiosità. E giocava con gli altri, si divertiva. Sembrava aver trovato il giusto senso del vivere, a metà fra il dovere e il piacere. Non lo dico perché me lo ha detto lui o qualcun altro, lo dico perché era quello che mi trasmetteva. Saltava tutte le barriere e ti conosceva, sapeva cosa volevi e come.

L’ultima volta che l’ho visto l’ho incontrato in Germania nemmeno 10 giorni fa, con il suo zaino rosso della Ducati sulle spalle e la voglia di percorrere i sentieri nei boschi a bordo di un’auto che eravamo andati li a provare. Stesso weekend, stesso luogo. Le coincidenze. Pochi ma buoni avevamo fatto gruppo, poi si sa gli italiani all’estero si uniscono sempre fra di loro. Qualche parola e tante risate. Finita la conferenza stampa avevamo anche giocato a farci le foto in uno specchio e mentre io cercavo di mettere a fuoco lui dietro di me che se la ballicchiava ridendo. Abbiamo parlato di Paola, di quanta energia ha sempre con sé, di quella luce negli occhi che ogni giorno che la incontri le vedi in viso. Lui mi diceva “Beh ma Paola è fantastica, io sarò anche di parte perché la amo tantissimo, ma lei è proprio brava” e gli brillavano gli occhi anche a lui, e lo diceva fra l’orgoglio e la dolcezza. E ho pensato per un attimo che è il sogno di qualunque donna che il tuo uomo parli di te così a chilometri e chilometri di distanza.
A cena si scherzava “ah ma tu sei il marito di cipolla” e lui si prendeva in giro. Abbiamo parlato delle sue figlie, delle scelte che i giovani fanno ora, della determinazione che non deve mancare. Della vita che ti unisce e ti divide, che ti fa incontrare. “Ho visto che hai pubblicato la foto, brava, sei una bulletta brava” mi aveva detto ridendo e poi aveva aggiunto “ma quindi ora tutte le fashion blogger inizieranno a seguirmi??”.

L’ultimo ricordo ce l’ho all’aeroporto di Monaco, a pranzo, dove si parlava di blogger, web e blogfest. Il web, questo magico mondo impalpabile che avvicina le persone, che le fa entrare nella tua vita attraverso una TL e poi ti rendi conto che la vita reale si interseca con quella sui social. Poi è stato tutto veloce, il checkin, il “ti copio il the e lo prendo anche io” ed il volo su Milano. Saluti fugaci: “tanto ci vediamo al prossimo evento”.

E poi la vita si porta via un pezzo di te.

Laura

ZAMPE

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