Parigi. La moda, l’anticonformismo. Chanel.

Mai le mani in tasca. Probabilmente così avevano insegnato le suore della congregazione del Sacro Cuore a Gabrielle Bonheur Chanel nella abbazia di Aubazine dove la stilista visse da bambina per alcuni anni.

D’altronde già nel 1838 Vincenzo Ruggieri, nobil uomo e filosofo, scriveva: “l’uomo è figlio dell’educazione e per questo motivo bisognerà tener sempre a veduta le mani e mai nasconderle”. Secondo il galateo, infatti, tenere le mani in tasca indica una persona poco limpida, che non vuole svelarsi. Un segnale di noia, di pigrizia, di indolenza, di poca chiarezza. In alcuni casi ostentazione di sicurezza, accompagnata da un senso di riservatezza; una posizione in alcune culture, come quella cinese, ritenuta offensiva. Una postura fortemente mascolina, che andrebbe evitata sempre nelle situazioni ufficiali  e nelle cerimonie pubbliche.

Coco, però, era una donna sicura di sé, informale, a tratti scontrosa.

Lei stessa appariva sulla riviera francese in compagnia del Duca di Westminster, Hugh Richard Arthur Grosvenor, suo amante, con le mani in tasca e sigaretta in bocca.

Sfidava l’ambiente maschile, la classe borghese, la nobiltà, le regole della buona società. L’inclinazione della moda femminile, allora, era proprio quella di dedurre modi e indumenti dal vestiario maschile.

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L’educazione austera la portò a diventare una donna segaligna, spavalda, di charme, ardente e passionale, riuscendo a sovvertire le regole dell’abbigliamento femminile e della buona creanza, rendendo à la page il suo tailleur in morbido jersey, aderente al corpo, ma senza sottolineare il punto vita.

Intelligente, indipendente, Chanel omaggiava un’estetica e uno stile che sono diventati pietre miliari del fashion.

Oggi, Karl Lagerfeld, genio indiscusso e creativo instancabile della maison, ci propone una alta moda vicina al pret a porter.

Gonne dritte e svasate. Tacchi “stortati”. Classiche slingback dal tacco basso bicolor. Broche in metallo e maxi bracciali. Fasce di seta tra i capelli o pettinini con doppia C. Collane e cinture con monete charm.

Le maniche diventano ali: sono appena accennate oppure a jambon, con spalle strette e grandi colli aperti a cratere. Cappotti over, destrutturati, d’ispirazione militare con grandi revers. Capelli scolpiti in chiave punk, labbra di velluto rosso.

Chanel

Un design ricercato: sperimentazioni sartoriali come i mosaici di pelle colorata o i tessuti trattati per ottenere uno straniante effetto “fili tirati”. Una linea chic, sofisticata, che non rinuncia ad inedite lavorazioni, a contaminazioni contemporanee e futuristiche tra lusso, ricerca estetica e ready to wear.

Abiti lunghi a tunica, a bustier, asimmetrici, dai volumi esasperati, in continui giochi di sovrapposizioni. Le tasche anche sui preziosi abiti da sera.

Una donna moderna, non curante del giudizio altrui, orgogliosa in una collezione chic, sofisticata e lussuosa, oseremmo dire così indubbiamente snob che una domanda ci sorge spontanea: quelle mani in tasca sono davvero eleganti?

Il look è sicuramente naturale, informale, leggero e disinvolto. Possiamo destare curiosità e mistero, renderci, forse, anche più attraenti. Ma l’eleganza è una alchimia di ingredienti: il gusto, la personalità, la curiosità, la delicatezza, la grazia insieme alla educazione e alla bellezza che non cedono mai ad alcuna provocazione.

Falsa nelle circostanze, manipolata e manipolatrice, ma assolutamente genuina nello spirito, Chanel era una donna contraddittoria, eccessiva, austera. Avrebbe voluto essere ricordata come una donna romantica, rivoluzionaria, in lotta con le sue armi femminili, in nome di un ideale: la libertà. C’è riuscita, con le mani in tasca, creando il mito di Rue Cambon.

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Credits: Tumblr, Chanel

Articolo scritto e redatto da DANIELA RIGONI | Tutti i diritti sono riservati

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