Il cuore di Bruxelles batte a ritmo di musica. Non é una novità, ma un segreto ben nascosto.

La scena indie e underground belga é in continuo fermento. Artisti nascono e muoiono stilisticamente, e non sono molti ad arrivare al successo internazionale. Questo panorama in continua evoluzione é arricchito ulteriormente dalle influenze e dalle incursioni di musicisti oltre frontiera, provenienti da Francia, Germania, Olanda, ma anche dall’altro lato della manica

 

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Decine sono le venues disseminate per l’intera capitale; dal classico stadio Forest National, all’ex-teatro Ancienne Belgique, all’edificio squisitamente art nouveau del Jardin Botanique di Bruxelles. Ogni location é contraddistinta da una scena ben particolare, ogni edificio sembra essere stato scelto per essere affine alla musica ed al suo pubblico.

Non serve essere appassionati di un genere specifico, e a dirla tutta, le scoperte migliori sono quelle fatte lasciandosi prendere di sorpresa.

Un live di vegetal noise nelle cripte del Botanique, un DJ set sotto le volte di vetro e riccioli di ferro battuto dell’Orangerie vi apriranno orizzonti sconosciuti da ogni punto di vista.

Ed é qui che entra in gioco il sito Bruxelles Ma Belle. Ogni martedi’, infatti, il sito invita a scoprire un luogo insolito in compagnia dell’artista più adatto a rendergli giustizia.

Si puo’ ad esempio visitare la chiesa di Notre Dame du Finistère con Camille, le Halles Saint-Géry con Patrick Watson, il sopracitato Jardin Botanique National con Saule…

Ma anche scoprire luoghi magici, perduti e sconosciuti alla maggior parte dei locali, grazie ai vari clip musicali realizzati dalla troupe del sito.

Si scoprono cosi’ veri coups de cœur, come il Museo dell’arte funeraria, o Ancien Atelier Ernest Salu, che fa da sfondo al clip di The Bony King of Nowhere.

In effetti, avventurandosi in attraverso un’entrata semi-nascosta del cimitero di Laeken, si trova un posto fuori dal tempo.

L’ Ancien Atelier Ernest Salu è un luogo raro, gestito tra il 1872-1983 da tre generazioni di scultori tutti di nome Ernest.

Quando l’arte funeraria era status symbol di nobiltà, l’atelier Salu era probabilmente il più famoso della città. Oltre al bellissimo giardino d’inverno, risalente agli anni ‘20, si spinge delicatamente la porta del laboratorio di modellazione, dove abbiamo si lavora in creta e gesso. É facile dimenticare che ci si trova in un museo, e lasciare che l’immaginazione riavvolga il nastro del tempo…

Si cambia decisamente di tono quando si varca la soglia del Théâtre du Vaudeville, set del video di La Grande Sophie. Il Théâtre du Vaudeville è un piccolo tesoro nascosto delle Galeries Royales Saint-Hubert. Inaugurato nel 1884 con il nome di “Casino di Saint-Hubert”, ora silenzioso e utilizzato per eventi privati, conobbe il suo massimo splendore tra il 1947 e il 1970, quando era la culla della società in vista di Bruxelles.

 

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 Articolo scritto e redatto da Giulia Vettore che ad oggi non fa più parte del team autori di theoldnow.it

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