Mentiremmo se dicessimo di avere tutti i suoi dischi o di averlo sentito in numerosi concerti, tuttavia la musica di Mango ci è rimasta impressa fin da bambini, quando lo vedevamo esibirsi in  programmi come il Festivalbar e Azzurro, erano gli anni ’80 e pezzi come “Lei verrà” e “Bella d’estate” diedero il grande e meritato successo all’artista lucano.

Un cantante dal timbro vocale unico, capace di arrangiamenti mai banali e con doti autorali che l’han portato a scrivere testi suggestivi e lontani da certi cliché del pop italiano, Mango ha avuto il grande merito di aver ricercato una simbiosi tra la tradizione musicale mediterranea (“Mediterraneo”  è anche il titolo di uno dei suoi capolavori) e la modernità.

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In questi giorni si è parlato molto della sua morte sul palco, facendo del facile moralismo sul fatto che non bisognava mostrare il video (come se non esistessero comunque YouTube ecc.), una morte struggente e terribile come tutte le morti, ma che in quel “scusate” finale pronunciato da Mango di fronte alla gente della sua amata Lucania c’è anche tutto l’affetto ed il rispetto per un pubblico che non l’ha mai abbandonato.

Tra i molti messaggi di cordoglio di altri musicisti ci ha colpito quello sgrammaticato di Alessandra Amoroso, una delle tante miracolate da quelle catene di montaggio che sono i “talent show”, non ce ne vogliano i suoi fan, ma davvero non riusciamo a considerarla collega di un artista talentuoso come Mango.

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Articolo scritto e redatto da ANDREA FERRARI | Tutti i diritti sono riservati

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