Ora ve lo posso dire, tutto quello che vi dicono sull’abito da sposa.. è vero.
Oddio magari non proprio tutto tutto, perché quello dipende da quali amiche avete, ma posso dirvi che quella sensazione di emozione, mista a lacrimuccia che sta per uscire mista a forse forse l’ho trovato esiste e io sono qui per raccontarvi quello che è capitato a me.
Dopo la terribile esperienza del primo atelier, dove il mio sogno di fiori e merletti e abiti da sfilate si è infranto miseramente mentre cercavano di far infilare il mio corpo in una taglia 38 sporca di make-up e odorante di sudore altrui, non mi sono certamente data per vinta e ho prenotato in un altro atelier. Questa volta l’atelier non l’ho scelto io ma mi ci ha letteralmente condotto Pinterest.
Si, vi anticipo che Pinterest è ufficialmente il male per chiunque voglia organizzare un evento, un matrimonio, una grafica, la ristrutturazione di casa eccetera eccetera perché fa sognare con immagini meravigliose senza però dirvi i marchi, i negozi dove acquistare determinati prodotti e, a volte, nemmeno il paese del mondo dove questi si possono trovare, MA allo stesso tempo Pinterest è il bene per chiunque voglia trovare un’ispirazione oppure un’idea. Quindi, con molta cautela, ho iniziato a creare su Pinterest la mia bacheca dedicata al grande giorno e a collezionare una serie di abiti ispirazioni che, a mio modesto avviso, potevano essere il giusto connubio fra il mio desiderio di essere sposa e la mia fisicità. Il risultato è stato che mi sono letteralmente innamorata di un abito trovato on-line quindi ho subito telefonato nel negozio monomarca di Milano per prendere un appuntamento e loro mi hanno delicatamente rimbalzato verso questo piccolissimo atelier che però vende ufficialmente i loro abiti.
Così, in una primaverile mattina di maggio, insieme a una delle mie testimoni sono andata a curiosare proprio lì. La proprietaria dell’atelier è stata letteralmente meravigliosa: prima di tutto mi ha ascoltata e mi ha sommerso di domande in merito al grande giorno, alla mia idea di abito da sposa, ai desideri in relazione alla giornata ed a quello che quest’abito avrebbe dovuto significare per me. Le ho raccontato di Milano, di una data che è sinonimo di caldo, ma che allo stesso tempo desideravo un abito lungo con un accenno di maniche, ho spiegato che avendo due bambine avrei voluto un vestito comodo per poterle prendere in braccio e coccolarmele durante tutta la giornata. Ho raccontato di me e di Alessandro e dell’attaccamento a Milano che è stata per noi la culla della nostra storia d’amore, la nascita delle nostre bambine e di questo meraviglioso inizio di vita insieme.
Lei ha iniziato metodica il suo lavoro facendomi provare più di una decina di abiti. Ha cambiato stile, colore, tessuto e lavorazione fino a che, a un certo punto, mentre mi chiudeva un bottone sulla schiena mi sono guardata allo specchio e mi sono immaginata a Palazzo Reale con papà vicino e Alessandro davanti, ho sentito l’emozione, le farfalle e quell’accenno piccolissimo di lacrime di gioia. Non ho esitato, non ho voluto provare altro, non ho voluto riguardare gli abiti che precedentemente mi erano piaciuti e avevamo tenuto da parte. L’ho tenuto indosso un po’, accennando un pochino di movimento ed emozionandomi di felicità ad ogni piccolo passo.
Il vestito giusto esiste, e per come l’ho vissuta io: è il vestito che ti trova.