Venezia, oltre che per campi, calli e gondole è famosa per la storia di cui porta ancora oggi scorci e simboli. Culla di alcune fra le più importanti tradizioni ed innovazioni, la serenissima alla capacità di stupirti e sorprenderti anche se la conosci profondamente. Ogni percorso che conduce fino a San Marco è un insieme ben equilibrato di dettagli che rendono il passeggio una vera scoperta. Ed è proprio lì il bello: ovvero vedere come chi, come me ad esempio, possa tornare a casa dopo un weekend in questa città che pensavo di conoscere bene ed invece mi ha stupito, lasciandomi senza parole.

Ma oggi, le parole, le troverò per raccontarvi di come Venezia, in soli tre giorni, mi abbia fatto vivere emozioni uniche e preziose attraverso la lirica, la visita guidata fuori dal coro, il cibo degli dei, le bollicine scelte con gusto, l’accoglienza e la qualità. Siete pronti? viaaa!

 

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Fulcro del soggiorno, l’hotel Papadopoli è stato il punto cardine di un fine settimana all’insegna della scoperta non convenzionale. L’idea che sta alla base del Papadopoli, infatti, è quella di offrire all’ospite non solo un letto comodo, una colazione internazionale da sogno ed una qualità eccellente, ma di fornirgli la chiave per vivere e godere di una Venezia differente dalle solite proposte dalle guide turistiche. E questa idea non è solo assolutamente rispettata, ma anche superata attraverso una serie di dettagli disseminati fra il giardino d’inverno, l’angolo di verde del parco Papadopoli che sta subito alle spalle della struttura, la posizione strategica, l’attracco privato, il connubio di arte cultura e storia che circonda i dintorni di questo hotel, la sua personalità unica, sobria ed elegante e la storia di Corto Maltese che nasce proprio fra queste mura.

Ma andiamo con ordine. Il fine settimana da sogno nasce in un venerdì pomeriggio in cui lascio Milano alle mie spalle per dirigermi nella città più romantica d’Italia. Ad attendermi l’hotel Papadopoli in tutta la sua meraviglia mi si mostra in una notte dal cielo stellato illuminata in perfetto equilibrio dalla luna. Situato alle spalle fianco del parco Papadopoli, l’hotel si trova in un rigoglioso angolo di verde di Venezia ed è avvolto da un giardino all’inglese che fu creato come omaggio alla sua sposa dal Conte Papadopoli (che ne dette il nome) e che fu teatro, con il suo antico palazzo, di feste memorabili ed incontri mondani del 19º secolo. Considerata da sempre come una lussuosa porta d’ingresso della città, la struttura si trova a due passi da piazzale Roma e dalla stazione Santa Lucia, raggiungibili entrambi a piedi attraverso il Ponte della Costituzione. Se invece si arriva a Venezia in gondola non c’è modo migliore di approcciare la città se non quello dall’attracco privato dell’hotel.

L’ora si fa subito tarda ed un favoloso club sandwich, accompagnato da un bel bicchiere di bollicine, risulta l’accoglienza migliore per chi non ha voglia di cenare ma ha desiderio solo di una coccola prima di coricarsi. Le chiacchiere, amabili, iniziano subito nel caffè bar che vede consumarsi la cena. Incantevole ed avvolgente, non stupisce il fatto che fosse uno dei luoghi preferiti da Hugo Pratt, dalla cui penna nacque il celebre personaggio di Corto Maltese al quale è dedicata questa piccola ma grande insenatura dell’hotel accompagnata dalla biblioteca ispirata al viaggio ed al nostro noto amico

 

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La mattina di sabato è dedicata alla scoperta dei dintorni dell’hotel. Complice la luce del sole ed una meravigliosa giornata dal cielo azzurro si decide di seguire la mappa speciale disegnata da Guido Fuga e Lele Vianello che hanno creato una mappa esclusiva di percorsi insoliti regalando ai curiosi che vogliono intraprendere questi cammini una chiave di scoperta decisamente diversa. ” Fare il turista pretendendo di non essere preso per tale, cercando amici o guide che risolvano le inquietudini che t’indirizzino senza sbagliare, senza sorprese che turbino le tue certezze, perdendo insomma il senso vero del viaggio“: questo è il senso di questa nuova mappatura che indica i percorsi ma non svela i misteri che vanno invece scoperti da chi percorre questa città d’acqua e di pietra. Dopo una colazione da sogno nel giardino d’inverno usciamo quindi alla scoperta di questa città abbandonando, solo temporaneamente, la meravigliosa camera che ospita il nostro riposo

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Venezia si apre ai miei occhi attraverso alcuni elementi distintivi del centro storico della città, a ridosso del canale, raggiungibile percorrendo pochi metri dall’hotel Papadopoli troviamo: la ex Scuola Grande di San Rocco, affrescata dal Tintoretto, la chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari e la scuola Grande dei Carmini testimonianza dell’opera di Tiepolo che costituiscono solo alcune delle meraviglie architettoniche ed artistiche che si possono trovare a due passi dall’albergo. Proseguendo verso San Marco lo sguardo rimane incantato fra scorci centenari, gondole e canali, tetti e giardini nascosti che fanno la loro comparsa piano piano, passo dopo passo e non si può che proseguire nel passeggio animati dalla curiosità di ciò che troveremo alla prossima svolta.

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E proprio passo dopo passo si arriva all’ Harry’s Bar di Arrigo Cipriani.

Questo luogo, intrappolato fra passato e presente, rappresenta una pietra miliare per il mondo food. Se vi dico Bellini cosa vi viene in mente? Ebbene sì, siamo proprio nel posto dove fu inventato il famoso cocktail, mito della ristorazione veneziana che spazia fino all’internazionalità. L’Harry’s Bar però, non è assolutamente solo un bar ma, grazie alla cucina d’eccellenza, è un ottimo ristorante dove gustare dei piatti di alta qualità con una vista spettacolare sulla Venezia a pelo d’acqua. Carpaccio e risotto sono due alternative che qui non potete davvero non provare

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Soddisfatto ed appagato il palato, due passi per la Venezia che si propone sotto il sole non sono di certo da evitare, anzi. Il bello di questa città, infatti, è questa sua costituzione su una sottile linea d’acqua che divide la realtà dal sogno e rende così incredibile questo luogo incantato. È una città dalle mille sorprese e, anche se siete stati qui centinaia di volte, la prossima, sono certa, saprà sorprendervi ancora. Così è capitato a me in questo weekend di gennaio dalla temperatura mite, che mi ha permesso di passeggiare in lungo ed in largo per le sue vie e per le sue calli, godendo di un’aria frizzante ma non troppo, perfetta per scoprire angoli e scorci che mi erano nuovi.

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A questo punto non resta che rientrare all’hotel Papadopoli e godere di una delle 97 camere ispirata allo stile raffinato del 18º secolo, in grado di avvolgerti in una storica e surreale atmosfera veneziana. I dettagli non mancano di certo: fiori freschi, elementi della tradizione veneziana ed elementi artistici contemporanei si mescolano nelle stanze e riescono davvero a rendere felici anche i clienti decisamente più esigenti. A regalare ancora più magia al riposo, il terrazzo che si affaccia sul canale abbagliato di luce del sole che lo rende ancora più caldo e godevole

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Il buio arriva rapido, ma con esso arriva anche la cena che si svolge presso il ristorante dell’hotel, all’interno del giardino d’inverno dove gli spazi verdi, rarissimi in città, continuano e proseguono all’interno dell’opera del maestro Piero Porcinai. Qui, le specialità veneziane vengono servite in un ambiente unico per offrire un’esperienza non solo del gusto ma anche dello spirito. L’architetto Pietro Porcinai, il più grande paesaggista italiano del novecento, ha progettato questo giardino d’inverno con ben 36 differenti piante tropicali. Si tratta quindi di un omaggio allo spirito ed alla struttura dell’antico parco romantico Papadopoli, visibile al di là della vetrata, con l’intento proprio di congiungersi ad esso in totale armonia. Fu commissionato dal conte Spiridione per celebrare l’amore per la sua amata Teresa. Si cena quindi in una sorta di dichiarazione d’amore botanica fra paesaggio interno e circostante. E qui, avvolti da questo romanticismo smodato abbiamo avuto modo di gustare una cena decisamente speciale, a base di pesce e bollicine

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E se pensate che la giornata si sia conclusa qui, vi sbagliate di grosso. Ad attendermi fuori dalla porta dell’hotel un motoscafo mi ha condotto in notturna per una Venezia incantevole fino all’associazione culturale di palazzo Barbarigo Minotto dove ho potuto godere di Musica a Palazzo, un appuntamento che propone un nuovo modo di vivere l’opera lirica.

Lo spettacolo, infatti, è itinerante e ogni atto si rappresenta nei differenti saloni di uno dei più affascinanti fra i palazzi veneziani: Palazzo Barbarigo Minotto. L’interazione e l’intimità fra i cantanti, gli strumenti ed il pubblico offre allo spettatore una sorprendente emozione: il privilegio di vivere l’opera dentro l’opera. Affacciato sul Canal Grande, questo palazzo offre una fra le più suggestive viste di Venezia e conserva le opere dei più grandi artisti del barocco veneziano, fra stucchi, affreschi ed arredi originali. Potete quindi immaginare l’emozione di vivere La Traviata all’interno di queste mura che hanno molto da raccontare e che mi hanno letteralmente incantata.

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A  questo punto la città sembra non possedere più segreti ed invece basta arrivare alla mattina di domenica per rendersi conto che Venezia ha ancora molto e molto di segreto e nascosto. Mi aspetta infatti un percorso esclusivo sotto il nome di La Venezia libertina. Insieme ad una guida d’eccezione attraversiamo percorsi inusuali durante i quali ci vengono raccontati momenti memorabili di una Venezia del 1500 pronta davvero a sorprenderci. Libertina nel vero senso della parola, infatti, questa città cela al suo interno una storia che va ben oltre la narrazione di Casanova. Sdoganato e celebrato, il gioco della seduzione era protagonista di questi scorci segreti con tanto di aree della città dedicate al godereccio passatempo che uomini e donne intrattenevano senza limiti e freni di alcuna sorta, con il benestare delle più alte autorità della città. Fra il giocoso ed il divertente, il racconto si articola fra aneddoti e curiosità, favole e storie vere, provocazioni e cenni storici.

Sicuramente questa è solo una delle chiavi attraverso cui La Serenissima si fa conoscere, ma è sicuramente una chiave intrigante che fa nascere la curiosità di scoprire ancora di più quello che si cela nel silenzio di questi canali così magici e romantici, ma al contempo così profondi e misteriosi.

Il mio fine settimana, ahimè, volge al termine e sul treno del ritorno verso il capoluogo lombardo rifletto su quello che ho visto, assaporato e scoperto. Mi riprometto di tornare, molto presto. La curiosità si alimenta con le scoperte in questi tre giorni, di scoperte, non sono rimasta di certo digiuno.

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Informazioni utili

Hotel Papadopoli

Papadopoli Venezia Giardini

Santa Croce n. 245, 30135 Venezia

E-mail: [email protected]

Musica a Palazzo

Palazzo Barbarigo Minotto
Fondamenta Duodo o Barbarigo

S. Marco n. 2504, Venezia, Italia

Tel +39 34097 17 272

E-mail:  [email protected]

Harry’s Bar

Calle Vallaresso n. 1323, 30124 VE
0415285777