Il mio 2014 è iniziato all’insegna di Sherlock.
Qui persone più assennate di me sicuramente si staranno chiedendo: e dal 2010 a oggi cosa hai guardato?
Ma in questo caso il proverbio “meglio tardi che mai” risulta straordinariamente adeguato.
La serie non ha certo bisogno di presentazioni, essendo ormai giunta alla sua terza stagione, ma se qualcuno finora non ha avuto modo di vederla, ecco per voi un brevissimo sunto: come suggerisce il titolo, si narrano le vicende di Sherlock Holmes, ma la peculiarità della serie tratta dai romanzi di sir. Arthur Conan Doyle, è senza dubbio l’ambientazione: la Londra del XXI secolo.
Non so dirvi come mai non avessi mai provato a vedere questa serie tv prima d’ora, ma ora so per certo elencarvi i cinque motivi principali che mi hanno spinto ad amarla incondizionatamente.
La coppia infallibile. Dimenticate tutte le coppie per le quali tifate e per le quali vorreste vedersi realizzare il tanto eclatante happy ending. Qui si parla di qualcosa di totalmente diverso, mai visto prima. Sherlock Holmes (Benedict Cumberbatch) e il suo fidato assistente John Watson (Martin Freeman) vi faranno capire che il classico concetto di OTP (nel gergo di internet one true pairing, che equivale a dire “la mia coppia preferita”) può assumere sfaccettature mai neanche immaginate. La loro complicità, il loro punzecchiarsi e la loro gelosia reciproca sono sicuramente uno dei principali punti di forza della serie. Non si parla quindi di una coppia in senso stretto, ma di un’amicizia così profonda che forse sarebbe perfino riduttivo definire tale. Senza uno, l’altro non sarebbe ciò che è.
L’umorismo inglese. Si sa, quello dell’umorismo inglese è ormai uno stereotipo tra i più utilizzati. In Sherlock altro elemento spiazzante è dato dalle dosi di umorismo sparse sapientemente in ciascun episodio. In molte sequenze non solo non si smetterà di ridere, ma anche le scene più toccanti sono in grado di far commuovere e strappare un sorriso al contempo. E’ un ingrediente assolutamente vincente, che mi ha fatto amare questa serie ancora di più. Non vi è mai nulla di scontato, ogni battuta è fresca e originale, cosa che rende Sherlock uno dei telefilm più brillanti e meglio scritti da molto tempo.
Il fattore 88. Ogni episodio ha la durata orientativa di 88 minuti. Non fatevi spaventare (come ho fatto io) dal formato poco consueto, perché scoprirete presto che si tratta di una scelta vincente e appassionante. Ogni episodio quindi si articola come un vero e proprio film, con un inizio e un finale che non necessariamente è chiuso e compiuto. Esatto, anche qui i cliffhanger e i colpi di scena non sono per niente esclusi. Ritagliarsi un’ora e mezza del vostro tempo per vedere un episodio di Sherlock potrebbe rivelarsi una scelta che difficilmente rimpiangerete.
La cura dei dettagli. Spesso capita di vedere serie tv molto avvincenti ma con qualche pecca o trascuratezza che ci fanno pronunciare giudizi come “Molto bella, ma…”. Qui ogni “ma” scomparirà magicamente. Partendo dal presupposto che le vicende narrate hanno una base da non sottovalutare affatto (i libri di Conan Doyle) anche le scelte registiche sono così affascinanti e ben riuscite che risulterà veramente difficile non appassionarsi alle storie raccontate. E’ una serie tv davvero molto curata, che nulla lascia alla contestazione. La recitazione di Cumberbatch, Freeman e di tutti gli interpreti non solo è convincente, ma è del tutto stupefacente. Personaggi così ben costruiti, interpretati e inseriti in un contesto come quello di Sherlock sono assolutamente una rarità e un valore assoluto da non sottovalutare. Mai.
“Non sono uno psicopatico, sono un sociopatico ad alta funzionalità”. Inutile negare che la ciliegina sulla torta di questa serie tv è Sherlock stesso. La frase nient’altro è che una sua stessa citazione. Sherlock è intelligente, ironico, sociopatico, brillante, e soprattutto spiazzante. Non sai mai cosa gli passa per la testa e spesso parte a tutta velocità lasciando il caro Watson e noi spettatori a bocca aperta, incapaci di capire cosa abbia appena dedotto o quale pazzia momentanea lo stia muovendo. La modestia non è certo tra la sue peculiarità, ma il fatto è che risulta persino impossibile dargli torto. Benedict Cumberbacth è uno Sherlock perfetto, convincente e geniale (e mi chiedo seriamente come faccia a parlare così velocemente senza problemi, ma questo rimarrà per sempre un mistero).
Siete arrivati fino alla fine, quindi perché non siete già corsi a guardare il primo episodio di Sherlock? Vedrete, non ve ne pentirete affatto e ve ne innamorerete già a partire dalla sigla d’inizio.
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Articolo scritto e redatto da Elisa Saronni | Tutti i diritti sono a lei riservati