Chi mi segue su Instagram sa già di che cosa sto parlando, ovvero del mio buon proposito per il 2020: leggere più libri rispetto all’anno precedente. Ovvero non perdermi intere notti solo su manuali tecnici e testi di aggiornamento per il mio lavoro, ma anche integrare la lettura di libri di svariate tipologie. La quarantena, devo essere sincera, mi ha dato modo di ripensare i miei tempi e miei spazi e, facendolo, sono riuscita a ritagliarmi, quasi quotidianamente, una buona mezz’ora da dedicare ai libri e sono riuscita a completarne più di quanto mi sarei mai immaginata. Quindi di seguito vi lascio una selezione dei 5 libri che mi sono piaciuti maggiormente durante questa quarantena e che quindi, personalmente, vi consiglio.

Dalla parte delle bambine. Elena Gianini Belotti

Questo libro affronta la tradizionale differenza di carattere fra maschi e femmine imputandola non a fattori innati, bensì ai condizionamenti culturali che l’individuo subisce nel corso del suo sviluppo. Questa tesi appoggiata da Elena Gianini Belotti e confermata dalla sua lunga esperienza educativa con i genitori e bambini in età prescolare. L’autrice dal 1960 il 1980 ha diretto il centro nascita Montessori di Roma, per molti anni ha insegnato in un istituto professionale statale per assistente all’infanzia e collabora con quotidiani periodici. Perché dalla parte delle bambine? Perché questa situazione è tutta a favore del sesso femminile: la cultura la quale apparteniamo, come ogni altra cultura, si serve di tutti i mezzi a sua disposizione per ottenere dall’individui dei due sessi il comportamento più adeguato ai valori che le prime conservare e trasmettere. Fra questi anche il mito della naturale superiorità maschile contrapposta alla naturale inferiorità femminile. In realtà non esistono qualità maschili e qualità femminili, ma solo qualità umane. L’operazione da compiere dunque non è di formare le bambine a immagine e somiglianza dei maschi, ma di restituire ad un individuo che nasce la possibilità di svilupparsi nel modo che gli è più congeniale, indipendentemente dal sesso a cui appartiene.

Mia figlia è un’astronave. Francesco Mandelli

Romanzo dedicato alla figlia e alla moglie, nel quale Francesco ci racconta il punto di vista di due protagonisti: Napo, uno di quelli che se può sbagliare qualcosa la sbaglia, e Jacopo, tutto il contrario di Napo: preciso, maturo e affidabile, a volte persino troppo. Senza abbandonare la naturale vena umoristica che colora tutte le sue espressioni, con questo romanzo Francesco Mandelli rivela il suo lato più tenero e profondo, raccontando con la disarmante sincerità le paure degli uomini, eterni adolescenti e padri imperfetti.

Il mio anno di riposo e oblio. Ottessa Moshfegh

È stato definito dal New York Times “tenebrosamente comico e profondo” e mi ritrovo molto in questa definizione. L’autrice, Ottessa Moshfegh, ci conduce in un esilarante e stranamente tenero esperimento di ibernazione narcotica di una giovane donna, aiutata ed incoraggiata da una delle peggiori psichiatra della storia. Sullo sfondo troviamo New York all’alba del nuovo millennio. La protagonista del libro incarna i canoni più desiderabili e possiede molti privilegi: è giovane, magra, carina, da poco laureata alla Columbia, vive grazie a un’eredità in un appartamento nell’Upper East Side di Manhattan. Ma tutto questo non basta, le manca qualcosa: c’è un vuoto che non è semplicemente legato alla prematura perdita dei genitori o al modo in cui la tratta il fidanzato. Afflitta, decide di lasciare il lavoro e di imbottirsi di farmaci per riposare il più possibile. Si convince che la soluzione sia dormire un anno di fila per non provare alcun sentimento e forse guarire.

Attraversare i muri. Marina Abramovic

Nel 2010, in occasione della retrospettiva che il MoMa dedicò a Marina Abramovic, più di 750.000 persone aspettarono in fila fuori dal museo per avere la possibilità di sedersi di fronte all’artista e di comunicare con lei senza dire una parola, in una performance senza precedenti durata più di 700 ore. Una celebrazione di quasi cinquant’anni di performance art rivoluzionaria. Figlia di genitori comunisti, eroi di guerra sotto regime di Tito nella Jugoslavia post bellica, Marina fu cresciuta secondo una ferrea etica del lavoro. Agli esordi della sua carriera artistica internazionale viveva ancora con sua madre e sotto il suo controllo totale, obbedendo a un rigido coprifuoco che la costringeva a rincasare entro le dieci di sera. Ma nulla potè placare la sua insaziabile curiosità, il suo desiderio di entrare in contatto con la gente e il suo senso dell’umorismo. Tutto ciò che ancora oggi la contraddistingue e dà forma alla sua vita. Attraversare i muri è l’autobiografia di questa incredibile artista, entro cui troviamo non solo l’arte, ma anche la sua vita amorosa, al centro della quale troviamo la storia d’amore con il collega performance artist Ulay.

Morgana. Michela Murgia e Chiara Tagliaferri.

Il libro è sottotitolato “storie di ragazzi che tua madre non approverebbe” e questo rende bene il contenuto del libro stesso. Morgana non è un catalogo di donne esemplari; al contrario, sono streghe per le donne stesse, irriducibili anche agli schemi della donna emancipata e femminista che oggi, in piena affermazione del Pink Power, nessuno in fondo possiede più il timore a raccontare. Il nemico simbolico di questa antologia è la sindrome di Ginger Rogers, l’idea, sofisticamente misogina, che le donne siano migliori in quanto tali e dunque, per stare sullo stesso palcoscenico degli uomini, devono sapere fare tutto quello che fanno loro, ma all’indietro e sui tacchi a spillo. In una narrazione simile non c’è posto per la dimensione oscura, aggressiva, vendicativa, caotica o egoista che invece appartiene alle donne, tanto quanto agli uomini. Le Morgane di questo libro sono efficaci ciascuna a suo modo nello smontare il pregiudizio della natura gentile e sacrificale del femminile. Le loro storie sono educative, non edificanti, disegnano parabole individuali più che percorsi collettivi, ma finiscono paradossalmente per spostare immagine del possibile anche per tutte le altre donne.