C’è sempre stato qualcosa nelle fantasie floreali che mi disturbava, alla sola vista, e qualcosa, al contempo, che mi affascinava.  Detesto le stampe floreali, ammesso che queste non vengano declinate in maniera eccentrica ed esuberante.

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Per questo ho amato le passate interpretazioni di Giorgetti, per questo amo la collezione Brood per la PE 2013 che, moderna e femminile nei tagli e nelle silhouette, è indiscutibilmente affascinante nelle stampe. Sicuramente per me, che amo il patchwork di colori e fantasie. Sicuramente per me, che amo la snaturazione della vena romantica che tali soggetti si portano dietro. Ne esce spesso qualcosa di migliore. Per lo stesso motivo adoro la collezione Calla e non amo la passerella firmata Bottega Veneta – che sempre e comunque sia lodata- #s’intende. La prima ancora molto moderna, ricercata nella sovrapposizione delle linee e nell’interpretazione di elementi in una chiave un po’ diversa. La trovo favolosa, soprattutto nei giochi di colori. La seconda austera, di un rigore inconfondibilmente femminile, declinata in una allure retrò a cui non so però cedere. E ancora Gregory Parkinson. Un gusto pacato e delicato, al contempo un po’ frizzante. Linee fluide, volumi timidi e trasparenze. Troppo puro e candido per me. Diverso invece Andrea Incontri, di cui amo davvero alcuni pezzi. Nessuna sorpresa nella declinazione dei soggetti floreali, nessuna invenzione nei tagli e nelle linee, ma la combinazione di tutto questo con una gamma colori anch’essa non particolarmente eccentrica, crea per me in alcuni casi specifici un risultato ipnotico. Femminile e moderna si, ma sfacciatamente riuscita senza nessuna soluzione clamorosa. Eppure il risultato ha qualcosa che mi penetra gli occhi, senza saperlo spiegare. E ancora Zac Posen. Allure vintage very glamorous. Cosa non gli riesce bene? Niente. Anche se l’energia di quelle declinazioni eccentriche ed esuberanti stanno altrove di casa. Per Pecoraro invece solo un’intrusione che si sovrappone ad una materia piena e costante, che da gonne e pantaloni invade top e capispalla. Quasi a stagliarsi come qualcosa di diverso su una base pura e vergine. Interessante l’effetto. E infine Marc Jacobs per Louis Vuitton.

Dopo un incantesimo a Bailey (Christian Bailey, ndr) convertirei lui.

Un altro genio, di un’essenza così creativa che parlarne mi sembra quasi un’offesa. Rigore, vintage e retrò, purezza di linee, disciplina delle forme e approccio grafico nelle stampe. I colori viaggiano in coppia, subendo qua e la intrusioni puntuali. #adoro

E come un perfetto valzer floreale, romantiche creazioni si affiancano a scelte più sfacciate ed esuberanti, più frizzanti. Stampe, applicazioni tridimensionali (lodate anche queste), tagli e forme. A volte è un tema, a volte è un’intrusione.

Voi cosa preferite?

 

 

Barbara

 

 

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(Credits: Tumblr)

Articolo scritto e redatto da Barbara Ceriali | Tutti i diritti sono riservati