Apple prima di essere un produttore di soluzioni tecnologicamente avanzate è un Brand, uno stile di vita, un modo di approcciarsi alla modernità che non prevede le mezze misure: amore sconfinato o odio più profondo.
Lasciando da parte la soggettività del giudizio personale, è giusto evidenziare come nell’ultimo decennio, Apple abbia investito sulla versatilità dei propri prodotti, mantenendo uno stile inconfondibile, tipico del marchio della mela morsicata.
In questo senso l’Azienda di Cupertino è stata una delle prime a proporre, alcuni anni fa, il primo PC portatile della categoria Ultrabook, ovvero il MacBook Air.
L’utlizzo di un Personal Computer – è un po’ arcaico utilizzare il termine completo – è un’azione che ognuno di noi, per lavoro e/o per piacere, svolge quotidianamente.
La frenesia dei tempi moderni e la tendenza ad effettuare spostamenti più o meno frequenti ha messo l’accento sulla volontà dei principali vendor del settore (HP, DELL, Sony, Toshiba per citarne alcuni) di ingegnerizzate una soluzione estremamente portatile, con la garanzia di prestazioni elevate in termini di potenza di calcolo e durata della batteria.
La soluzione Apple, che integra nativamente il sistema operativo OSX sviluppato in modo proprietario dall’Azienda stessa, è sicuramente da tenere in considerazione, rispetto ai competitor sopra citati, soprattuto denotando un livellamento dei prezzi di vendita, vero tallone d’achille dei prodotti di casa Jobs (è ancora troppo precoce associarli ad un’altra figura di rilievo).
Tornando alla presentazione del Modello MacBook Air, riporto la mia esperienza personale, sperando possa essere utile nella scelta, in positivo o in negativo, ai soliti indecisi o diffidenti.
Il MacBook Air è commercializzato in due modelli, differenti, in prima istanza, per il numero di pollici dello schermo: 11,6″ vs 13,3″.
Personalmente ho optato per la seconda opzione, a discapito di un’ancora maggiore portatilità, in quanto necessitavo di uno schermo più grande, per facilitare gli hobby di scrittura e di editing, foto e video.
La soluzione da 13″, il cui spessore varia da 0,3 a 1,7 cm per un peso pari a 1,35 Kg, consente di avere una maggiore durata della batteria, in quanto allocata in uno spazio maggiore rispetto alla versione da 11″.
Nonostante le 12 ore di durata dichiarate dal Sito Apple, posso affermare che con un utilizzo intenso del dispositivo (Navigazione Internet, Visualizzazione e creazione Video, Editing Foto, Ascolto Musica), si arriva in tranquillità a coprire 9 ore di utilizzo. Il processo di ricarica, attraverso un innovativo carica-batteria magnetico, è estremamente rapido.
Dal punto di vista applicativo gli attuali MacBook Air montano l’ultimo sistema operativo di casa Apple ovvero OSX Maverick, in attesa del prossimo upgrade a Yosemite, previsto nella prossima primavera.
Il pacchetto di applicazioni installate sul dispositivo prevede i principali tool, quali: IPhoto, IMovie, GarageBand, Pages, KeyNote e Numbers. Suite di prodotti che rendono l’utilizzatore da subito indipendente ed operativo.
La configurazione base del modello da 13″ (1029 € sul sito Apple, contro i 929 € del modello da 11″), prevede un disco SSD da 128 Gb, un processore Intel Core I5 a 1,4 Ghz e una RAM da 4Gb. Ogni configurazione diversa da quella descritta è consentita, naturalmente con costi aggiuntivi.
L’introduzione dei dischi SSD nei nuovi modelli MacBook Air rappresenta un notevole passo avanti nelle prestazioni, in termini di velocità di esecuzione e multitasking degli applicativi. La capacità di 128 Gb dell’archivio di dati è forse leggermente limitante. Nel caso in cui foste esperti, nel gestire i vostri dati (Immagini, Video, Documenti) , mediante le numerose piattaforme Cloud gratuite, tra cui Dropbox, OneNote e Google Drive, oltre alla possibilità di utilizzare memorie di massa esterne, potreste risparmiare i soldi di un upgrade alla versione da 256 Gb.
Veniamo alle note dolenti, che, ripeto, sono soggettive rispetto all’utilizzo e alla fidelizzazione degli utenti al marchio ed al mondo Apple.
Dapprima segnalo il sistema operativo: ormai tutte le funzionalità previste dal sistema operativo più comercializzato, Windows, sono supportate su OSX, non garantendo però la piena compatibilità, come per esempio i documenti di scrittura o i fogli di calcolo provenienti dalla Suite Office. Apple per affiliare anche gli utenti più scettici ha consentito mediante la funzionalità BootCamp ed il software (a pagamento) Parallels di utilizzare il sistema Operativo Windows su piattaforma Mac.
Un’altra valida alternativa è l’utilizzo di una macchina virtuale, ma, in questo caso, l’utente deve avere una certa esperienza in materia e le prestazioni sul sistema, in termini di utilizzo della RAM, possono essere meno efficienti.
La leggerezza e le dimensione, che sono incredibilmente ridotte ed orientate allo spostamento, non hanno consentito di dedicare spazio a due elementi in particolare: un lettore CD ed una presa Ethernet. In entrambi i casi, si può sopperire con periferiche esterne, anch’esse a pagamento.
Reputo deficitario, in particolare, la mancanza della presa ethernet, in quanto non sempre si riesce a sfruttare una rete wifi per la connessione o per la condivisione di contenuti dalla mole importante.
Concludendo mi reputo soddisfatto dell’acquisto, per quanto concerne il rapporto qualità/prezzo in relazione all’utilizzo di mia competenza.
Le alternative sul mercato, a costi inferiori, son naturalmente presenti ed il loro acquisto, al di là della questione meramente economica, da non trascurare al giorno d’oggi, è del tutto giustificato, soprattutto per coloro i quali non riescono a fare a meno di Windows e dei suoi programmi associati.
Per chi ha un filo di sensato coraggio nel buttarsi un’esperienza informatica innovativa, non rimarrà certamente deluso dall’acquisto.
Infine per coloro che utilizzano il Notebook per attività più professionali, consiglio, sempre rimanendo in casa Apple, di orientarsi sui più classici MacBookPro, ora anche con retina Display, che perdono in portatilità ma garantiscono prestazioni notevolmente superiori.
Credits: Apple, Wired
Articolo scritto e redatto da Luca Gandini | Tutti i diritti sono riservati