Chi Chi Von Tang è un brand che fonde lo street wear contemporaneo con il lusso. Ogni pezzo contiene caratteristiche del patrimonio asiatico: l’utilizzo dei materiali utilizzati, come le sete preziose, oppure il design, le forme, le fogge e le trame delle stoffe.

Con un negozio in Orchard  Road, accanto a Hermès, Michael Kors, e Alexander McQueen, il brand è stato presentato al pubblico nel settembre del 2015, a Singapore, con una sfilata a Amber Lounge, vetrina per Vip, pubblico e sponsor, vero proprio punto di contatto per affrontare attività di product placement d’alto livello.

La designer, fondatrice e Ceo di Gnossem, società cui appartiene il brand Chi Chi Von Tang, Lisa Crosswhite, proviene da Vancouver e si è trasferita a Singapore cinque anni fa: la sua strategia di marketing nella vendita al dettaglio on-line è unica, innovativa: ricerca i migliori giovani designer nel mondo e allo stesso tempo crea una identità del brand con una storia, un passato da raccontare, anche se nuovo sulla scena internazionale.

Figlia d’arte, disegnatrice di collezioni di moda da quando aveva nove anni, è riuscita come occidentale con devozione ed impegno a costruire un brand fresco, giovane, elegante. La sua prima collezione nasce dalla spavalda figura di Grace Jones con il suo  fascino magnetico pop indiscreto e selvaggio e dalla cultura cinese. Il bomber Warrior realizzato è un must have nel guardaroba di ogni appassionato di street-style, come Mick Jagger e Natalie Imbruglia.

La collezione Autunno-Inverno 2016/2017, The Burma Collection, è  influenzata dalla cultura delle donne del Myanmar, terra incontaminata, caratterizzata da un conflitto confuso fra problemi etnici e interessi di giada, rubini e oppio con la vicina Cina. Qui, uomini e donne, prima di diventare adulti, entrano per un periodo in monastero. La cerimonia prevede che vengano vestiti da re e poi rasati e spogliati di tutto per scoprire dentro di sè ciò che vale veramente. La vittoria alle elezioni di Aung San Suu Kyi, icona lei stessa di emancipazione femminile e di grazia,  ha messo fine alla dittatura militare dopo trenta anni. il Myanmar ha una nuova immaginare da costruire tra le sue pagode dorate.

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Con il suo fotografo, Noelia Madiedo, Lisa Crosswhite ha esplorato gli insediamenti tribali e condiviso la vita delle donne birmane nelle capanne di bambù delle regioni di Kayah, Paduang, Pa-O e Loikaw al cui interno si trova l’immancabile tempio del culto dei Nat, gli spiriti venerati dalle popolazioni tribali. Loikaw e’ la capitale dello Stato Kayah, la dimora del popolo Padaung, le cui donne, dette donne giraffa,  indossano collari spiraliformi di ottone intorno ai loro incredibili lunghi colli. All’età di 6 anni, viene infilato al collo delle bambine un anello dal peso di tre chili e successivamente, ogni due anni, se ne aggiungono altri. Il collo inizia così a deformarsi fino a raggiungere una lunghezza di 25-30 cm. In realtà, il collo non si allunga, ma il peso degli anelli, col tempo, abbassa le clavicole e comprime il torace, facendo apparire il collo più lungo. Secondo i ricordi d’infanzia di Pascal Khoo Thwe, esule di etnia Padaung ed autore del libro “Il ragazzo che parlava col vento”, si tratta di una pratica dal forte valore identitario che contribuisce a mantenere saldo il rapporto tra questa popolazione, la propria storia e la propria cultura. Le “armature”, come Pascal Khoo Thwe definisce gli anelli di metallo che le donne indossano al collo, avevano ed hanno ancora oggi, poteri magici e miracolosi, in grado di curare malattie e di conferire forza straordinaria a coloro che hanno il privilegio di toccarli.

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Vicino al sito archeologico di Mrauk-U, nel villaggio di Chin, vivono invece donne dal volto tatuato. La popolazione birmana veste il tradizionale “Longji” (sarong) e le donne usano abbellirsi il viso con una crema biancastra, la “tanaka”. La Tanaka è una pasta, che si ottiene miscelando acqua e polvere ottenuta dalla parte interna della corteccia dell’albero di tanaka. Le donne del Myanmar la applicano sul viso come rito di bellezza, talvolta in modo noncurante, altre creando disegni e motivi geometrici. Non solo decorativa, la tanaka ha anche proprietà antiossidanti e dona luminosità al viso. – che custodiscono il loro patrimonio e la cultura tradizionale con una passione ardente. Donne nobili, belle, incarnazione di coraggio, forza, orgoglio, purezza e di uno stile tagliente, sexy, cosmopolita con accessori dai colori brillanti che sanno riportare alle radici culturali asiatiche. “Questo luogo è così. Diverso da ogni altro conosciuto”, scriveva Rudyard Kipling. Mistico, sofferto, emozionante, unico, come la moda proposta da Chi Chi Von Tang, perfetta anche con t-shirt e jeans strappati.

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Photo Credits: Chi Chi Von Tang| Tutti i diritti sono riservati

Articolo scritto e redatto da Daniela Rigoni | tutti i diritti sono riservati

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