La moda è ciclica, lo si sa. Le tendenze vanno e vengono. Tanto da giustificare quasi il mucchio di cose che non mettiamo più, accatastate in un angolo dell’armadio, nell’ultimo cassetto, o inserite qua e la neanche volessimo mimetizzarle per non dar credito alla leggenda metropolitana per cui si vocifera che incredibili e immorali creature femminili, osino comprare tanto avendo già cose inutilizzate nel guardaroba. E’ una leggenda, metropolitana appunto
Così, comunque, ci ritroviamo ciclicamente a riesumare capi temporaneamente esiliati, per dargli un nuovo tono, una nuova vita, perché li vediamo con occhi diversi o forse perché le passerelle ci hanno dato un nuovo modo di guardarli e reinterpretarli.
Pantaloni a zampa, a vita alta, capri, camicie maschili, gonne a ruota o al polpaccio, leggings, sandali gladiator, mocassini, fedora e occhiali oversize.
Questa volta è il turno delle scarpe, rigorosamente a punta. Favolose.
Le ho amate e odiate, da sempre, preferendo comunque una linea più arrotondata e meno aggressiva. Ma dopo le Pigalle e le scarpe editate per la linea Rockstud di Valentino, beh, l’amore è tornato. E a quanto pare non solo per me.
Milly le interpreta con un gusto un po’ ’80 e un’ispirazione sportiva: color block e pvc i tratti salienti. La collezione interessante, gli accessori sexy. Altrettanto moderna la declinazione di Mila Schon: la teoria della luce di Newton e i suoi prismi invadono capi e accessori, vestendo colorate decollète di un tema geometrico frizzante. Anche qui altissime.
Il registro cambia da Miu Miu, i colori sono femminili ma più austeri e risoluti, l’eleganza domina sulla leggerezza, l’eccentricità non manca ma è ben lontana dal gusto moderno ed esuberante di Milly, qui la declinazione è altoborghese, dall’allure quasi vintage.
Anche Borbonese non rinuncia alla punta, alternandola a sandali, in un fil rouge di lacci-intrecci-e-ricami che dalle calzature invadono abiti e capispalla. Adoro assolutamente quelle decollète.
Burberry Prorsum (come se Bailey non fosse la risposta a tutto, ndr) mi fa innamorare ancora e ancora e ancora. Zeppe open-toe e a punta, in raso e pelle argentata, a specchio, in pitone metallizzato.
Le altezze vertiginose cambiano invece con Marc Jacobs, anche per Louis Vuitton: tacchi a cilindro, altezze moderate, ballerine piatte per l’omonima passerella. Il gusto è very 60s e, l’abbiamo già detto, è un successo. Per la maison francese ancora tacchi piccolissimi e soluzioni tanto allungate e appuntite da necessitare il porto d’armi.
A proposito, io ce l’ho. E voi?
Barbara
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(Credits: Tumblr)
Articolo scritto e redatto da Barbara Ceriali | Tutti i diritti sono riservati