Oltre 100 miliardi di dollari è il valore del suo mercato globale, 25 milioni le famiglie che grazie a lui lavorano nei paesi produttori, 142 milioni i sacchi prodotti in un anno, quasi 1000 miliardi le tazzine consumate annualmente: è chiaro che con il caffè non si scherza.
A Expo2015 ne abbiamo avuto la dimostrazione con il bellissimo Cluster Caffè, che raccoglieva sotto l’egida e la macchina organizzativa di Illy, Official Coffee Partner di Expo e mostro sacro dell’industria tricolore, i principali paesi produttori di caffè portandoci dentro la storia di questi paesi e di questa bevanda, dal chicco alla tazzina.
In questo percorso un aiuto ipertecnologico è arrivato da Epson, partner tecnico di Illy, che ci ha fornito i Moverio BT-200, smartglasses per la realtà aumentata grazie ai quali si poteva accedere a contenuti speciali e video e registrare la propria coffee experience per rivedersela comodamente a casa.
E’ grazie ai Moverio che abbiamo imparato che in una sola tazzina di caffè ci sono 50 chicchi, e che ne basta uno guasto per rovinarne completamente l’aroma; ed è così che abbiamo conosciuto don Miguel, che in Colombia si alza tutte le mattine alle 4 per raggiungere a piedi la piantagione dove lavora: una vita dura per la quale queste persone sono grate, una vita che in questi paesi può rappresentare un riscatto e una nuova possibilità, una vita alla quale rivolgere un pensiero mentre sorseggiamo il nostro caffè.
Dalle piantagioni, dunque, il caffè arriva in sacchi di chicchi verdi, il cui aroma non ha veramente nulla che fare con il profumo del caffè a cui siamo abituati; sentori di erbe aromatiche, di peperoncino, di cacao sono le essenze prevalenti.
E’ con la tostatura che il chicco assume l’aspetto e l’aroma abituale, ed è pronto per essere macinato e per diventare la bevanda preferita e forse più consumata al mondo.
La grande sorpresa riservataci da Illy è stata però il Personal Blender, una sorta di super macchina del caffè da bar, che attraverso una app è in grado di miscelare i diversi tipi di caffè secondo il gusto personale di chi la sta impostando e che “riconosce” detta miscela, se è stata appositamente salvata nella app, in qualsiasi momento e in qualsiasi parte del mondo. Per esempio, avete utilizzato Personal Blender a Expo e avete salvato la vostra miscela? Se a New York trovate, in uno di quei bar Manhattan Style dove tanto amano il Made in Italy, un altro Personal Blender, avviate la app: avrete in un attimo il “vostro” caffè, buono come al bar sotto casa, italiano al 100%, ipertecnologicamente Illy!
Enjoy!
Articolo scritto e redatto da Lorenzo Volpi | Tutti i diritti sono riservati