Affacciato su Piazza Gae Aulenti, nel moderno quartiere di Porta Nuova, all’ombra della torre Unicredit, Replay non è solo abbigliamento denim e smart casual wear, ma un concept store multi sensoriale a 360 gradi, raffinato ed innovativo, un ristorante, The Stage-Fine Denim e Dining a forma di set cinematografico, una sala bar per veri intenditori. The Stage ha appena compiuto un anno e si conferma indirizzo milanese cult in una continua commistione tra food e abbigliamento.
Gli interni del Replay Store sono stati immaginati come un palcoscenico privo di strutture fisse, dallo Studio di design Roman & Williams Buildings and Interiors di New York, noto per la sua originalità nel saper coniugare accostamenti estetici di forte impatto, elementi urbani e barocchi, gusti raffinati ed esotici. The Stage, infatti, è il risultato della connessione tra il mondo del jeans e il concetto di ribellione.
Il progetto, del valore di circa dieci milioni di euro, ideato sui principi della settima arte, il cinema dopo l’architettura, la musica, la pittura, la scultura, la poesia, la danza è stato voluto da Matteo Senigaglia, amministratore delegato di Replay e sarà portato anche in altre capitali internazionali come Londra, Parigi, Amsterdam, Tokio, New York. A New York The Stage sorgerà nel quartiere di Meatpacking e a Londra è stata acquistata una centrale elettrica dismessa nella zona di Butter Sea.
The Stage è un ristorante moderno, classico, d’impatto, intrigante e al contempo meditativo. 750 metri quadri, 90 posti a sedere. Le finiture di pregio sono quelle di uno yacht di lusso. Tavoli rivestiti in materiale di radica pregiata, soffitto ligneo in mogano africano a forma di carena di nave rovesciata e pavimento in legno nobile. Toni caldi, pareti rivestite in perline di legno lucido leggermente ondulate.
Il ristorante, situato al primo piano, è raggiungibile attraverso un enorme scalone industriale direttamente dal negozio Replay, oppure dall’esterno, passando per le trombe dorate di Alberto Garutti, ventitré tubi in alluminio estruso, curvati e ossidati color oro brillantato.
Le trombe di Alberto Garutti
In un luogo raffinato, eclettico ed innovativo, il cibo è vissuto come arte: dalla cucina semplice e genuina meneghina, alla continua innovazione e ricerca internazionale, tra una insalata di gambero rosso con castagna, radicchio tardivo e rapanello, un crunchy cannellone con ragù partenopeo e cime di rapa, un uovo morbido con asparagi e crema di parmigiano al limone, milanese di vitello al rosa con sauté di patate al rosmarino, un italianissimo maialino da latte con salsa pizzaiola, ceviche, una cruditè di pesce tipica dei Paesi latino americani, battuta di fassone e tortino di mele con crema inglese.
Il bar Octavius House of Spirits & Fancy Drinks con le sue lampade soffuse in rame, i divani semicircolari con cuscini in pelle color crema, le mensole in vetro e gli oblò, è un luogo ricco di fascino con un tocco di amarcord e un’atmosfera morbida e ovattata. Alchimie sofisticate e più di cinquecento liquori e cocktail proposti. All’Octavius, i bar tenders accompagnano gli ospiti in un viaggio tra drink riscoperti, tecniche sofisticate e tutte quelle storie che si celano dietro le etichette dal prestigio inconfondibile. Qui, il fiore all’occhiello è il bar tender Francesco Cione, il quale afferma: “Siamo orgogliosi di essere tra i pochi ad avere nella lista liquori il Black tot, il rum con oltre cento anni di storia che apparteneva alla royal Navy britannica e il quasi introvabile Odissey de Johnny Walker. Per gli amanti dell’aperitivo proponiamo il Mancino Vecchio, un vermouth invecchiato di alta gamma, riposato in una botte singola di quercia italiana per un anno, caratterizzato da note speziate, fruttate, avvolgenti, con essenze di ciliegia, miele, uvetta, cioccolato fondente e vaniglia. Siamo gli unici distributori in Italia dell’amato Pisco Barsol, il tradizionale distillato d’uva, della storica Bodega peruviana San Isidro”.
Per informazioni:
The Stage
Piazza Gae Aulenti 4, Milano
Telefono: 02.63793539
Credits: The Stage-Fine Denim e Dining
Articolo scritto e redatto da Daniela Rigoni | tutti i diritti sono riservati