In assoluto il mio trend stagionale preferito. Così soggiogata che quando arriva l’estate e il numero di veli con cui copriamo il nostro corpo necessariamente diminuisce, io ci soffro. Le passerelle ne hanno fatto quasi uno stile di vita, molto new generation, soprattutto da Marc by Marc Jacobs, che stranamente ho adorato. #insolitononperme
Iconici del brand mescolati tra di loro, sovrapposti e accostati in un modo che quasi potrebbe stridere. Ovunque. Ma non da Marc Jacobs. Prabal Gurung, a me – ahimè – sconosciuto fino all’altro ieri, mi ha stregata. Un tema a strati fatto di veli e tessuti più strutturati, asimmetrie e tagli inaspettati che si fanno ora più leggeri ora più corposi. Giacche su tuniche, tuniche su pantaloni curvi o slim, frac su abiti, abiti ancora su pantaloni. L’effetto è interessante e seducente di una seduzione diversa da quella firmata Cavalli, la prima più scultorea, la seconda più femminile e naturale. Come sempre Cavalli indaga il mondo della donna moderna ricercando un nuovo modo di declinare la sensualità insita nel suo corpo. Come biasimarlo. E, anche se non sempre le nostre lunghezze d’onda viaggiano insieme, mi incuriosisce vedere in quanti mille modi è possibile far esplodere l’animo di noi fanciulle in qualcosa di più irriverente e sfacciato. Cavalli lo sa, e lo fa. Che siano mini o maxi lunghezze, che siano dolci trasparenze o effetti ultra slim, lui c’è. Non manca neanche nel gioco di sovrapposizioni di tessuti con lavorazioni diverse. Qui mi piace meno ma come non citarlo?
Ilaria Nistri, vicina alla declinazione di Prabal Gurung. Sete e pelli si mixano per tuniche e abiti sopra pantaloni alla caviglia. Seducente si, intrigante pure.
Ashis. Arrogante, irriverente e strafottente. Che si bilancia solo nell’accostamento a felpe e denim di pois e paillettes. Come non amare tanta faccia tosta?
Acne. Rock. Di una verve che troppe volte altrove manca davvero, di una femminilità che traspare in declinazioni a volte very masculine, come a dire che ‘io sono donna e non me lo leva nessuno’. Le sovrapposizioni regnano sovrane, arroganti. La gamma colori fa il resto. Ci piace. E dove le sovrapposizioni esplodono è a casa Libertine. Il concetto è il mood: sovrapposizioni di stampe, colori, geometrie, tagli e tessuti. Tutto è accostamento, tutto si sviluppa su livelli diversi, con anima e consistenza diversi. Difficile, eccentrico e forse un po’ esasperato. Julien David segue a ruota, con un profilo forse più mite. E poi ancora Dries Van Noten e Diane Von Furstenberg.
Ma, onestamente, cosa c’è senza provocazione?
(Credits: Tumblr)
Articolo scritto e redatto da Barbara Ceriali | Tutti i diritti sono riservati