Leggings mania | Trendology

Non mi capacito di come i leggings siano considerati pantaloni. Perché osare tanto quando non sei a casa da sola, con i capelli mal raccolti, mentre ti diletti tra scopa elettrica e ammorbidente o mentre su un tappetino cerchi il tuo chakra (o chakram)?

Affermazione postata il 29 giugno 2012 su be a fashion shark da me. Si, perché l’equazione che da come risultato leggings=pantaloni è una cosa che non voglio assolutamente comprendere. E se risolvere il dato problema matematico porta inevitabilmente a questa soluzione, decido, con consapevolezza, di saltare l’esercizio e andare oltre. Mi costerà un 5? Sono pronta. Meglio un 5 in matematica che un 8 pieno in Scivoloni-che-non-vorresti-mai-ripetere. Si, come quelli adolescenziali che ti vedevano protagonista del terzo episodio di una serie tutta mini short strappati, tanto corti che neanchè un bebè, e ombelico al vento. Diciamolo, c’è tempo e luogo. Il tempo per i leggings come pantalone può essere ancora quello attuale, ma il luogo è sicuramente dentro quattro mura e in completo isolamento dal mondo esterno. Invece spopolano. E non parlo degli esemplari très chic e ultra rock proposti dal pret-à-porter femminile, strutturati e caratterizzati, parlo di quelli proposti dalle grandi catene come soluzione low cost per abitini un po’ troppo corti o a oversize t-shirt. Si, esatto, prodotti e previsti per essere abbinati all’infinita di mini dress e maxi tee in commercio. Perché allora ignorare consapevolmente dogmi tanto fondati, e questa volta sani, di un mondo che di moda ne sa molto più di noi? Passi la ricerca di uno stile personale, passi l’egocentrismo, passi l’anticonformismo, non passi – però – mai e poi mai l’uso improprio e snaturato di un tale benedetto indumento. Si perché, sia benedetto il leggings e chi lo ha inventato. E sia benedetta anche una diversa interpretazione di capi e tendenze, purchè questa ti faccia notare per i motivi giusti. La biancheria intima, anche se firmata, non è tra questi.

(Credits: Tumblr – The Leggings, NY With Love)

Articolo scritto e redatto da Barbara Ceriali | Tutti i diritti sono riservati