Nella quotidianità non c’è nulla che mi abbia trasmesso negli anni la sensazione di libertà come il cenare all’aperto. Come se pareti e muri non fossero necessari ed, anzi, con la loro assenza andassero a ristabilire un equilibrio mentale e fisico che fa bene.
Libertà. Un termine sconfinato. Infinito. Assoluto. Ponderato poco e di fretta. Lasciato al caso o peggio ancora, all’altrui decisione in una multitudine di casi. Come se non potessimo prendercela con le nostre mani. Come se stesse alle persone che abbiamo intorno decidere di noi e dei nostri orari, delle decisioni e delle scelte, delle frequentazioni sì e quelle no. C’è sempre qualcuno che avrà da dire in merito al nostro operato, reale od ipotetico. Come se fosse stata distribuita a tutti, tranne noi, l’autorizzazione a prendere decisioni nei nostri confronti.
Basta. Bisogna rompere il meccanismo e ribaltare la situazione. A volte basta voltare l’angolo e scappare, socchiudersi dietro una porta e respirare. Respirare l’aria con forza, come a voler rinfrescare il corpo solo respirando. Riappropriarsi della forza che abbiamo nascosto dentro di noi, che è stata come sopita dal desiderio altrui. Tirarla fuori e mostrarla a noi stessi, lasciandoci sorpresi ed attoniti, ma spavaldi e grintosi. Uscire, stare all’aperto, godersi il cielo azzurro e attendere che si caratterizzi di striature rossastre del tramonto fino a addormentarsi con la notte.
E non importa che voi siate in montagna, al mare o in città. Regalatervi una cena all’aperto e vi sentirete liberi e leggeri come mai prima di allora
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