Amo le immagini, ma soprattutto le fotografie. Mi piace immortalare i momenti della vita quotidiana, i viaggi, le persone e quello che mi capita di incontrare nella mia quotidianità per portarlo con me in una dimensione virtuale.
Dico virtuale perché in realtà, ormai da anni, la prassi di stampare i rullini fotografici presso il fotografo è diventato un’abitudine, almeno nel mio caso, desueta. Le immagini, gli scatti fotografici, i momenti impressi sulle apposite card passano dalla macchina fotografica al computer, dal tablet allo smartphone, dalla cartella immagini del dispositivo alle cartelle condivise, fruibili accedendo semplicemente alla tecnologia attraverso un collegamento ad internet. L’aspetto più bello di queste cartelle condivise è la possibilità di accesso dai posti più disparati e nei momenti più diversi. Una di queste piattaforme, quella che in assoluto mi ha più sorpreso e che iniziai ad utilizzare per gioco per poi diventare un punto di riferimento, si chiama Irista ed è una piattaforma cloud firmata da Canon.
Irista è un ambiente virtuale che permette di gestire le fotografie come si preferisce, indipendentemente dal fatto che la propria raccolta sia piccola, stia crescendo o sia già di dimensioni importanti. Non c’è disparità fra le immagini catturate con lo smartphone o quelle condivise sui social network oppure ancora i ricordi delle vacanze archiviati sul computer. Con Irista, infatti, è possibile raggruppare e conservare tutte le foto in un modo semplice e sicuro. L‘utilizzo è intuitivo e rapidissimo da memorizzare. Per la registrazione si può accedere direttamente con un profilo già esistente registrato sui social network: nel mio caso Facebook. Irista supporta tutte le versioni correnti dei browser più comuni (Google Chrome, Safari e FireFox) e le due versioni precedenti, risultando così sempre disponibili.
Utilizzare questo ambiente virtuale è decisamente semplice: prima di tutto perché Irista non prevede alcuna limitazione nelle dimensioni dei file da caricare, permettendo così di caricare file di qualsiasi dimensione. Il secondo vantaggio è che le foto possono essere caricate sia attraverso social network, il metodo che in assoluto preferisco, oppure tramite il caricamento dal desktop. Le cartelle del pc o del Mac possono venire monitorate e caricate nel sistema scegliendo personalmente quali e quante foto: dopo una brevissima installazione del programma apposito si potranno selezionare le impostazioni desiderate e utilizzarlo in maniera rapida ed efficace.
Parliamo dei costi. Irista è disponibile in tre versioni. La prima è tramite un account gratuito che permette di archiviare fino a 10 GB di immagini, quasi 2000 foto con una media di 5Mb ciascuna. La seconda opzione, invece, si chiama pacchetto VALUE ee permette di archiviare fino a 50 GB di fotografie. Infine con il pacchetto PREMIUM la possibilità di archiviazione sale a 100 GB di spazio per un totale di circa 20.000 foto. tutti i dati caricati nel sistema sono protetti e in pieno controllo da parte dell’utente. L’archivio Irista viene duplicato tre volte nello stesso datacenter e replicato a livello geografico per evitare problemi, l’accesso è limitato e può avvenire solo con le credenziali dell’utente questo per una maggiore sicurezza.
Adesso vi starete chiedendo a cosa serve. Gli scopi sono molteplici: prima di tutto archiviare e catalogare le proprie immagini,visualizzare le stesse in modi differenti (provare per credere la funzione MEMENTO che, ogni volta che si inserisce nuovo materiale sulla piattaforma, accorpa secondo una lettura intelligente i file), condividere i contenuti con altri attraverso operazioni rapide semplici e non ultimo mantenere tutte insieme le vostre foto del cuore, senza doverle selezionare su più dispositivi differenti.
E, a proposito di cuore, ecco qualche foto da uno dei luoghi che più di tutti mi ha lasciato brividi sulla pelle: Melbourne. Era maggio dell’anno scorso quando ho attraversato mezzo globo a bordo di un aereo per arrivare in questa città che mi ha accolto con un inverno appena accennato ed un sole pallido ma mai assente. Era l’Australia che avevo sempre sognato, quel territorio lontano diametralmente da me che mi aveva affascinata negli anni attraverso le immagini di altri ed i racconti di chi ci era passato, per vita o lavoro. Era la meta che avevo nella mia to do list da anni e che un giorno fa capolino fra le mail che quotidianamente ricevo per theoldnow. La partenza è arrivata rapidissima e, con essa, anche le quasi 12 ore di volo che separano i due aeroporti. In un batter di ciglia mi sono trovata dove la vita aveva deciso di condurmi, in una città multietnica che ha fatto dell’equilibrio la sua colonna portante. Ben calibrata, come un vino sapientemente abbinato ad un piatto, Melbourne è in grado di sorprendere e lasciarsi scoprire a poco a poco, passo dopo passo. Piazze enormemente distese vengono affiancate da opere d’arte, piccoli viottoli pedonali, fiori e biciclette che fanno da contorno al passeggio distratto di chi ogni giorno la attraversa. Tram a profusione, rotaie che la segnano nelle sue dimensioni, musei di ogni arte e tempo che strizzano l’occhio alla sua storia, ma anche alla modernità che qui è vista come un valore a cui dare spazio. Intere strada composte solo da temporary shop dove i designer più talentuosi possono mostrare ciò che sanno realizzare e venderlo a chi vuole portare un pezzo della loro passione in giro per il mondo. Un luogo magico per fattezza e colori, per creatività e poesia. Un posto da vedere e vivere almeno una volta nella vita.
Ora che conoscete una delle mie Untold Stories, a questo punto non vi resta che curiosare la piattaforma ed iniziare ad usarla, magari solo per gioco. Sono certa che vi appassionerete, come è successo a me!
