Dipendenza. Quella fisica che non riesci a controllare. Quella mentale che non puoi farci nulla e ti attanaglia il cervello e la ragione. Quella che non sai spiegare e nemmeno vuoi perchè intanto lo sai che ci vuole troppa forza per capire e far capire. Quella che svalica e diventa insana. Quella che alle tre di notte ti fa attraversare tutta la città per un suo bacio. Quella che ti tiene sveglia dal pianto. Quella che ti fa ansimare, respirare, sternutire e ripetere. Quella che i fazzoletti e le rose bianche non bastano più. Quella che toglie il fiato di felicità velata. Quella che cerchi di descriverla ma le parole non sembrano mai abbastanza e allora ricorri alle immagini ma anche quelle sembrano non bastare. Quella che forse un giorno dovrai spiegarla a qualcun altro e sai già che le tue frasi sembreranno irrazionali e incomprensibili. Quella che speri di non lasciare in eredità ai tuoi bambini e che vorresti tenere per te, nasconderla dentro di te, fino ad affossarla nel tuo io. Quella che sembrano solo parole invece è cuore, sangue e cervello. Quella che condividi, in maniera simbiotica come ultima nota della giornata.
Dipendenza. Ad ognuno la sua. A me quella dal mare.
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