Che io non sia addict del tema, chi mi conosce, lo sa. Io non impazzisco per l’oro, non per l’oro giallo – ogni donna ha i suoi capricci, ndr– ma questa stagione ha invaso le passerelle con tanta irruenza che non parlarne non si poteva. Questa volta non mi sentirete quindi esordire esaltando la mia adorazione per il tema che sto per affrontare, ma semplicemente dicendo che quell’abito favoloso – e cortissimo-, firmato Pucci per questo AI 2013-2014, intrecciato di arabeschi e velato sul petto di neri pois, beh, era perfetto.

Ma facciamo un passo indietro.

 

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Prada, di cui sono addict, non mi sconvolge. La palette cromatica è ampia, i tagli spesso asimmetrici, le linee dritte e nitide, pulite. L’oro è un accenno puntuale che veste gli accessori e i dettagli, e un unico abito, dall’eleganza cruda, ruvida, quasi drammatica.

Vicina al dramma anche la collezione Giles, che evoca Madonne e principesse medievali: l’oro c’è, pacato e interessante, soprattutto quando prende forma di frange o quando è invaso da tagli laser. Sontuosa. E senza eccessi.

Puntuale anche l’intervento per Andrea Incontri, austero nelle forme e nelle lunghezze, raffinato nel punto di oro, antico nel gusto. Non c’è chiasso in passerella, nemmeno quando è l’oro a sfilare.

Più presente per Blugirl, dove a sfilare è una it-girl eccentrica, che mixa fantasie e patterns, tessuti e tagli. Il mood è romantico ma mai sdolcinato, anzi, molto rock e deciso. L’uso dell’oro e accattivante, soprattutto per la maxi skirt abbinata ad un mini coat animalier. Il tocco è ricco e leggero, raffinato, senza essere barocco. Questa è invece la declinazione della collezione firmata Dolce&Gabbana: arte, decoro e artigianalità. Tre i punti di partenza che danno vita ad una serie di capi dove l’oro domina fortemente declamando ad ogni scelta il lusso che la contraddistingue. A partire dall’oro, i tessuti sono preziosi, ma ancora di più le lavorazioni e i dettagli. Sicuramente d’impatto.

La sensualità e il romanticismo anche sulla passerella di Julien Macdonald: i punti di partenza sono contaminati dall’allure dello showbiz, dal divertimento che caratterizza Las Vegas. Il risultato una party girl grunge chic, molto glam e sicuramente iperfemminile. Promossa.

L’ispirazione l’eleganza borghese degli anni ’60 rieditata in chiave contemporanea: N°21 – Alessandro Dell’Acqua. Collezione affascinante. Femminile e misurata, con il giusto tocco maschile, austera e posata, senza noia. L’oro è un dettaglio, che si presenta qua e la, senza far rumore ma con una eleganza e naturalezza che fa invidia. Da ricordare.

E poi Marc Jacobs e Burberry Prorsum, dove parole non basteranno mai, no davvero, e Marras. E infine Pucci, dove grinta e iperfemminilità sono ormai una certezza. Una it-girl di oggi, a metà tra una groupie e una socialite, leggera e forse un po’ frivola, chiassosa quanto basta, sexy e disinibita. Il gusto è molto seventies, anche nella declinazione dell’oro: mini le lunghezze, preziosi i tessuti ma ancora di più le lavorazioni, ampio lo spazio alle trasparenze. Desiderabile e perfetta. La mia preferita.

Barbara

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(Credits: Tumblr)

Articolo scritto e redatto da Barbara Ceriali | Tutti i diritti sono riservati